Vallanzasca: recensione

GLI ANGELI DEL MALE DI PLACIDO È UN FILM LUCIDO E AVVINCENTE

Presentato per la prima volta a Settembre a Venezia ha scatenato non poche polemiche. La scelta di Placido di raccontare la vera storia di Renato Vallanzasca non è piaciuta a tutti. Ma chi era Renato Vallanzasca? Interpretato da Kim Rossi Stuart, ormai pienamente a suo agio nei panni criminali, era a capo di una banda che si rese colpevole di numerosi delitti negli anni settanta.

L’accusa dei polemici si è basata sul fatto che venisse idolatrato un ladro e omicida, in realtà per come è stata impostata la storia le sue azioni non sono nè giustificate nè minimizzate nella loro gravità, anzi. Placido racconta la vita privata di Renato Vallanzasca, le vicissitudini che lo hanno condotto a diventare un criminale mettendo in rilievo il carattere di quest’uomo che all’epoca scatenò un’attenzione mediatica non indifferente che inizialmente diverte e stupisce, ma in seguito fa riflettere lo spettatore. Non è il solito criminale dall’infanzia difficile, cresciuto in una famiglia benestante avrebbe potuto intraprendere qualsiasi tipo di mestiere ma è lui a decidere la sua strada. Nel film sono inoltre raccontate le sue apparizioni televisive nei telegiornali e le interviste che rilasciava mettendo in mostra la sua spavalderia che all’epoca lo rese un vero e proprio personaggio attirando a sè numerose donne e rendendolo il classico sex symbol bello e tenebroso, peccato per chi non si rese conto che non era un film e pagherà cara questa ingenuità.

La storia per certi aspetti ricorda un po’ Romanzo Criminale ma con l’accento milanese, la sceneggiatura non delude ed è basata sull’ironia del protagonista consapevole e soddisfatto del suo ruolo mediatico, certo è un genere che non piace proprio a tutti, in certi momenti è un po’ violento ma agli appassionati del genere Romanzo Criminale (film) piacerà. Gradevole, ve lo consiglio.

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