Harry potter e l’ordine della fenice: recensione

IL QUINTO EPISODIO RAGGIUNGE IL PICCO DEL COINVOLGIMENTO EMOTIVO

I dissenatori attaccano in pieno giorno e fuori dal mondo incantanto, il mago reagisce e viene espulso da Hogwarts. “Harry Potter e l’ordine della fenice” è, ad oggi, il film più bello e intenso dell’intera saga fantasy. Quinto capitolo, tanta azione. Forse quindi la parte più emotivamente coinvolgente di tutto il lotto, perchè unisce i protagonisti buoni dei vari film, unendoli nel sacro nome dell’ordine cui sopra. Una schiera di combattenti dal cuore puro capeggiati da Albus Silente per contrastare il potere oscuro di Voldemort, maghi contro senza-naso, vigliacchi contro coraggiosi. La rivoluzione visiva parte dalla scuola di magia, passando per la corruzione all’interno del ministero e l’insediamento della direttrice Umbridge, sino ad arrivare al lavoro sopraffino del regista David Yates, che sfuma momenti più letterari, adattando il romanzo al grande schermo. La sceneggiatura stavolta esaustiva eleva Harry a ruolo di paladino di salvezza, lanciando un amo lungo al capitolo finale, attraverso la battaglia extrasensoriale che coinvolge tutti e lancia lo spettatore nel centro del conflitto epico tra bene e male. Il perchè è solo rimandato, ma i momenti in cui l’umanità-babbana dei protagonisti prende il sopravvento sono quelli migliori, in cui l’arma del potere magico permette a “chi resta” di avere una speranza. Sirius Black contro Bellatrix, Ron ed Hermione contro Malfoy, Piton contro tutti. Il gioco delle parti sempre in bilico è il valore aggiunto di uno spartito in cui l’orchestra produttiva sfodera il meglio da major hollywoodiana, incanta adulti e teenager e cala l’asso forte di metà viaggio, la boa che separa l’adolescenza dall’età adulta: l’umanesimo di Harry. Che a Londra pone i due universi paralleli in un unico grande conflitto esistenziale. Un ragazzo fragile, determinato, combattuto, un guerriero casuale che è solo a metà del suo viaggio. Se deciderete di restare in sua compagnia il merito sarà tutto della sua elevazione a prodotto totale. Proprio come una fenice.

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