Venezia 2011: w.e. – recensione

MADONNA REGISTA… À LA PAGE

“W.E.” è il secondo lavoro da regista della cantante Madonna, presentato alla 68esima Mostra Internazionale del cinema di Venezia nella selezione ufficiale fuori concorso. Il film racconta le storie parallele di due donne, Wally Winthrop e Wallis Simpson, lontane nel tempo ma vicine per fragilità d’animo e desiderio di amore. La prima rinuncia a tutto per sposare uno psichiatra di successo, uno “strizzacervelli” che nel suo immaginario è l’incarnazione del moderno principe azzurro. Il suo matrimonio però va a rotoli e la tanto agognata felicità è solo un lontano ricordo. Per questo Wally si mette alla ricerca di notizie su Wallis Simpson, la donna che nel 1936 sconvolse il mondo: re Edoardo VIII, infatti, rinunciò alla corona inglese in favore del fratello Bertie solo per amore di lei.

Madonna dunque riprende una vicenda storica che recentemente è stata affrontata sul grande schermo anche ne “Il discorso del re”, donando però una visione del tutto femminile vicende. Infatti nonostante i cambi temporali presente/passato siano repentini, l’amore tra Wally e Edoardo è tutta raccontata secondo il punto di vista di lei, per redimere la donna, offrendo al pubblico una nuova chiave di lettura, dato che per quasi cento anni è stata considerata il male assoluto. Come ha sottolineato la regista, il suo scopo è quello di raccontare anche a che cosa sono disposte a rinunciare le donne per amore (libertà, privacy, dignità), mostrando come il glamour e la fama non siano necessariamente fonte di felicità. La regista scava affondo nell’animo dei suoi personaggi, portando a galla ad esempio la quotidianità della nobiltà di inizio Novecento, con delle scene di danza e “happy hour” (forse troppo anacronistici) che riprendono e citano “Marie Antoinette” di Sophia Coppola.

La pellicola è giocata molto sulla triade eterna di sesso, cibo e denaro, tre figure che accompagnano da sempre la storia dell’uomo e che Madonna, la regista Madonna, conosce molto da vicino. La regia è pulita e giocata tutto sul patinato mondo della moda, ricordando molto da vicino le pubblicità dei profumi o degli abiti di lusso; il che non è un male a priori. Non sbaglia chi ha visto nelle scene un richiamo a Tom Ford ed al suo “A single Man”: si tratta in entrambi i casi di due film stilisticamente perfetti, dove niente è lasciato al caso ed ogni piccolo dettaglio è studiato nei minimi particolari.

Madonna poi si concede anche il lusso di portare lo spettatore a ricordare il miglior cinema di Wong Kar-wai, soprattutto nelle lunghe sequenze in cui i personaggi camminano e sono seguiti di spalle dalla camera da presa accompagnati da una struggente musica.

Tra le pecche del film si nota una certa ridondanza in certe scene, che rischiano di far apparire il film troppo manieristico per i palati più raffinati. Certo è che rimane un ottimo lavoro, godibile per gli occhi, grazie alla strepitosa fotografia, e piacevole anche nel modo in cui è raccontato: un biopic assolutamente sopra le righe. L’ultima curiosità è che la pellicola arriverà nelle sale italiane distribuito dalla Archibald.

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