Lo schiaccianoci 3d – recensione

POCO COINVOLGENTE, POCO EMOZIONANTE, INSOMMA LONTANO DALLE ATMOSFERE DEL BALLETTO E DEL ROMANZO

Chi non conosce la storia de “Lo schiaccianoci” dello scrittore Ernst Hoffman? Chi non ha sentito almeno una volta nella vita le musiche del famoso balletto di Pëtr Il’ič Čajkovskij, ispirato al racconto di Hoffman? E chi non ha visto il film di Andrei Konchalovsky de “Lo schiaccianoci 3D”? Ecco se a quest’ultima domanda avete risposto no, state tranquilli non vi siete persi nulla, anzi, per non rovinarvi la magia della storia scritta e ballata, che rappresenta una bella fiaba natalizia, è meglio non andare al cinema per vedere questo film. La storia del principe trasformato in un pupazzo dal malvagio re dei topi, viene dal regista Andrei Konchalovsky ripresentata al pubblico in versione cinematografica e con le musiche di Čajkovskij.

 

La storia è sempre la stessa e il regista russo si serve della stella nascente del cinema americano Elle Fanning, ma il risultato è pessimo. Intanto il 3D è inutile e anche in 2D è tranquillamente guardabile. Il film è fatto solo per un pubblico infantile, anche se sarebbe giusto vietarlo a tutti quelli che hanno già compiuto i sei anni. Il doppiaggio italiano è tremendo, fastidioso, tanto da far sperare fin dalle prime battute che qualcuno bruci quell’ìinsopportabile schiaccianoci. La sceneggiatura è piatta e non coinvolge per niente e non si sente l’atmosfera magica e i tormenti dei personaggi del racconto originale. Qualcosa poi veramente di insopportabile è il modo in cui è stata affrontata la colonna sonora. Infatti le meravigliose musiche di Čajkovskij vengono riprese nel film e, in stile disneyano, vengono proposte allo spettatore con dei testi banali, che fanno sgranare gli occhi agli spettatori. Insomma la battuta è facile, volgare e inevitabile: lo schiaccianoci rompe le “noci”!

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