Martin scorsese come hugo cabret senior

IL REGISTA PARLA DEL SUO ULTIMO FILM E DELL’ITALIA DEL CINEMA

Martin Scorsese parla del suo prossimo film “Hugo Cabret”, candidato a 11 premi Oscar e, intervistato dal settimanale “Tv Sorrisi e Canzoni”, esprime anche il suo giudizio sulla condizione di stallo in cui tergiversa il cinema italiano: “Il problema dell’Italia è che i giovani fanno fatica a emergere, a essere riconosciuti per il loro valore. Del resto l’Italia è presa di mira dalla crisi economica e anche l’arte ne risente. Prima mangiare, poi creare, no? Attenzione però. A volte proprio nei periodi di grande difficoltà si creano le basi per un rinnovamento e una rinascita. In questo senso, il cinema italiano ha una grande chance”. In effetti è ormai dal lontano 2006 che un film italiano non riesce ad entrare nella mitica cinquina dell’Oscar.

“In Hugo rivedo me stesso. Rivivo in lui la solitudine della mia infanzia. Hugo è solo perchè è un orfano, io lo ero per colpa della malattia di cui soffro, l’asma. Una malattia che ha segnato tutta la mia vita dividendo le cose in due gruppi: questo lo puoi fare, questo no, questo sì, questo no. Gli altri bambini giocavano a calcio: io non potevo. Gli altri bambini si azzuffavano: io non potevo. Anzi, quando scoppiava una rissa mi rifugiavo in chiesa. Sempre in chiesa, nel silenzio, tra le candele accese, in cerca di pace. Per questo dico che chi vuole capirmi deve prima capire che sono un cattolico romano”.

Inoltre il regista aggiunge che la sua vita non è stata semplice e lui non si ritiene un personaggio lineare: “Convivo con le mie contraddizioni. E con i sensi di colpa. In fondo sono stato in analisi per vent’anni. Non tanti come Woody Allen , ma neanche pochi”. “Hugo Cabret” intanto è stato insignito di 11 nomination nella corsa ai prossimi Oscar e al momento è il film che parte avvantaggiato rispetto a tutti quanti essendo il più nominato. 

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