Alessandro pepe: un talento italiano alla dreamworks animation

DIAMO VOCE E SPAZIO A CHI LAVORA AL TOP DELL’INDUSTRIA D’ANIMAZIONE AMERICANA

Partiamo dall’inizio e introduciamo per bene il nostro ospite. La DreamWorks Animation è uno studio cinematografico specializzato nell’animazione tradizionale e in CGI (Computer-generated imagery), si tratta di una società nata nel 2004 dall’unione della Pacific Data Images e della divisione animazione della DreamWorks SKG, che da anni si pone ai vertici del cinema d’animazione mondiale. Dalle prime righe si intuisce l’estremo valore aziendale e la grande riverenza che può nascere solamente nominandola, ma per chi, come noi di Film4Life, ha avuto la fortuna di varcarne i cancelli, la situazione complessiva appare molto più “umana” del previsto: una grande famiglia felice.

L’opportunità ce l’ha data un italiano di grande talento, un animatore professionista che da quattro anni vive al sole della California: Alessandro Pepe. Ormai inserito perfettamente nella culla di Jeffrey Katzenberg e soci, tanto da sentirsi in pieno elemento prezioso dell’azienda e con ottime prospettive.

Una realtà dove si lavora sodo, ma ci si diverte sodo, come ogni buon manuale lavorativo vorrebbe

In che modo lavorare per la Dreamworks è così divertente?

Alessandro: “Per come ci approcciamo ai nostri compiti, sempre con un energia positiva ed un entusiasmo senza eguali, sappiamo di dare il nostro contributo significativo ad un processo più grande, che genera un prodotto di alto livello che arriva a milioni di persone. Non credo ci sia retribuzione più appagante di questa”.  

Qual è stato il tuo percorso per arrivare sin qui?

A: “Ad un certo punto della mia vita ho deciso di rischiare e partire alla scoperta di nuove realtà. Il lavoro come animatore di effetti speciali ti permette sempre una certa gamma di scelte, anche se il salto è ogni volta nel buio. Dall’Australia all’Inghilterra, passando per la Svizzera, dai videogiochi all’animazione digitale, il cambiamento è venuto naturale seppur inaspettato. L’orgoglio di pari passo”.

Cosa significa essere un animatore negli USA?

A: “Significa essere investiti di talune responsabilità che, se da una parte di stressano, dall’altra ti gratificano. C’è sempre spazio per tutti, le opinioni vengono condivise dal team che lavora allo stesso progetto, pur essendo granello nell’ingranaggio più grande. L’idea è quella di coinvolgere ogni reparto della creazione per farlo sentire importante ai fini del risultato finale. Certo la fatica è notevole e spesso ci sono licenziamenti improvvisi, ma se hai talento puoi fare strada con merito”.

Proprio come è successo a te?

A: “Non sono tipo da vantarmi e fortunatamente il mio lavoro parla per me. Mi trovo bene alla Dreamworks, ma non disdegno in futuro di muovermi ancora per esplorare nuovi orizzonti professionali. D’altronde, come accade nella nostra factory, il dinamismo continuo è alla base del successo aziendale”.

Quanto lato creativo c’è rispetto al puro lavoro digitale?

A: “L’aspetto preponderante di questo mestiere è l’idea nuda e cruda. Una volta che nasce e si decide di affrontarla, tutto viene da sé, il lavoro segue passo passo la creazione delle singole unità applicate al risultato ultimo: da un temporale ad un albero, ogni singolo oggetto, cosa o essere vivente è frutto di un intenso lavoro di animazione. Che parte appunto da un’idea e diventa obiettivo”.

Un consiglio a chi vuol seguire le tue orme?

A: “Ragazzi, mettetevi in gioco senza paura e con la consapevolezza del vostro talento: nel mondo c’è spazio per tutti. Certo, bisogna azzardare un poco, ma poi la ricompensa, in termini umani ed economici, è la migliore medicina per affrontare il futuro”.

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