Biancaneve: recensione film

LA BIANCANEVE DEL TERZO MILLENNIO

L’attesa per il nuovo film di Tarsem Singh Dhand War era molto alta, e pare sia stata soddisfatta per coloro i quali si aspettavano un film pieno di effetti speciali, scenografie potenti e costumi fiabeschi. Il tutto condito da un’ironia, non troppo ricercata, ma adatta a questo progetto cinematografico.

Il film è una reinterpretazione di una delle fiabe più famose dei fratelli Grimm e molti sono gli aspetti originali rispetto alla versione di animazione, a partire dal titolo.

Non è un caso che il lavoro di Tarsem si chiami Mirror Mirror e non Snow White, come – forse erroneamente – è stato tradotto in Italia. L’innovazione più chiara del film sta proprio nel famoso specchio che, interrogato dalla bellissima strega Julia Roberts, non nasconde un’entità esterna ma una visione più pacata e razionale di lei, una sorta di coscienza.

La versione che ne fa Tarsem si discosta da quella della fiaba, in cui la matrigna manteneva un ruolo marginale, spinta soltanto dalla sua vanità. Qui invece la splendida regina desidera il potere e il mezzo che usa per raggiungere lo scopo è la sua bellezza.

Il buffo gruppo di nani con cui Biancaneve (Lily Collins) si trova a dividere spazi e avventure ha un ruolo centrale, fa un po’ da ponte tra il mondo del castello e il paese. Ognuno di loro ha un nome molto curioso e aiuterà la principessa a riconquistare il proprio regno, colpiti dalla sua bellezza interiore ed esteriore.

Il nuovo Biancaneve vuole quindi essere un film per famiglie, non privo di elementi di azione e humor. Con scenografie spettacolari, costruite per la maggior parte su luoghi reali, ma senza tralasciare l’utilizzo di green screen ed effetti visivi molto efficaci.

Per il resto, la trama della fiaba rimane più o meno invariata, la perfida matrigna, la bella Biancaneve che trova il principe (Armie Hammer) dei suoi sogni e i sette nani che vivono nel bosco, ma presentata dall’inizio alla fine con colori sgargianti, costumi pomposi e trovate di magia. Il tutto chiuso da una festa matrimoniale stile Bollywood.

E vissero felici e contenti. 

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