The grey: recensione film

LO STAKANOVISTA LIAM NEESON IN UN DRAMADVENTURE CONTRO LUPI E NATURA SELVAGGIA

DATA DI USCITA: 5 dicembre 2012

GENERE: drammatico

Joe Carnahan, regista dei sottovalutati Narc e Smokin’ aces, nonché di un buon prodotto d’intrattenimento come A-Team torna ai toni cupi dei suoi primi lavori in questa sua nuova fatica con l’onnipresente Liam Neeson, da qualche anno alle prese quasi con lo stesso ruolo di attempato eroe d’azione. Qui però l’attore irlandese riesce a fare di più che in sfortunate pellicole come Taken o Unknown. Perché in The Grey che vede un gruppo  di sopravvissuti a un incidente aereo cercare la salvezza nelle lande desolate e ghiacciate dell’Alaska abitate da lupi famelici, l’attore reso famoso da Spielberg riesce a conciliare l’anima da ‘action man’ con quella di attore impegnato per cui era conosciuto negli anni ‘90 – basti pensare a Oskar Schindler o a Michael Collins.

Neeson è alla guida di un cast di attori poco conosciuti sul grande schermo che comunque riescono quasi a tenergli testa: la dinamica del gruppo con i suoi alti e bassi ha qualcosa di già visto nel cinema statunitense, ma riesce comunque ad appassionare. Merito anche di una sceneggiatura che parla di fede e disillusione con toni che non sembrano quelli del cinema commerciale che conosciamo: in alcuni momenti sembra di sentire echi de Il Settimo Sigillo dove Max Von Sydow di fronte all’arrivo della morte si pone le domande che ogni essere umano si pone sul senso della vita e non tanto sull’assenza, quanto sul silenzio di Dio.

Sembra che Carnahan e il co-sceneggiatore Ian McKenzie Jeffers mirino a obiettivi alti per questo film che sulla carta sembrava solo un buon prodotto d’intrattenimento. Un film forte insomma, reso ancora più potente dalle immagini sporche della fotografia di Masanobu Takayanagi che già aveva fatto un ottimo lavoro per il comunque pessimo Warrior. Le musiche di Marc Streitenfeld d’altro canto si abbinano bene con le scene, ma in alcuni momenti sembrano ri-arrangiare brani già sentiti come nel finale che sembra copiato dalle partiture di Sunshine di John Murphy.

The Grey, atipico melange tra film d’avventura e dramma esistenziale, è ideale per un pomeriggio tra amici, per chi cerca brividi che il cinema horror attuale non da più, visto che i lupi qui fanno più paura di demoni ed enigmisti vari… Ma è anche un film sulla disillusione e sulla mancanza di speranza che la crisi ha portato negli USA e di conseguenza nel mondo. Eppure in questo paesaggio prossimo al disastro, un’esile speranza vive ancora, ma bisogna combattere per raggiungerla. Tanto di cappello a Carnahan per avercelo fatto capire con questa pellicola.

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