Diaz: focus sul film denuncia

ANALISI LEGATA ALLA NUOVA POTENTE PELLICOLA DI DANIELE VICARI

Luca è un giornalista della Gazzetta di Bologna (giornale di centro destra) che il 20 luglio 2001 decide di andare a vedere di persona cosa sta accadendo a Genova dove, in seguito agli scontri per il G8, un ragazzo, Carlo Guliani, è stato ucciso. Alma è un’anarchica tedesca che ha partecipato agli scontri e ora, insieme a Marco (organizzatore del Social Forum) è alla ricerca dei dispersi. Nick è un manager francese giunto a Genova per seguire il seminario dell’economista Susan George.

Anselmo è un anziano militante della CGIL che ha preso parte al corteo pacifico contro il G8. Bea e Ralf sono di passaggio ma cercano un luogo presso cui dormire prima di ripartire. Max è vicequestore aggiunto e, nel corso della giornata, ha già preso la decisione di non partecipare a una carica al fine di evitare una strage di pacifici manifestanti.

Tutti costoro e molti altri si troveranno la notte del 21 luglio all’interno della scuola Diaz dove la polizia scatenerà l’inferno. “Diaz – Don’t clean up this blood” racconta i fatti accaduti durante il G8 di Genova nel 2001. Punto centrale sul quale il regista volge lo sguardo è ciò che successe all’interno della scuola Diaz nella notte del 21 luglio. Ecco le note di produzione:

1-  E’ costato tra i 7 e i 10 milioni di euro ed è stato sostenuto da una coproduzione tra Italia, Francia e Romania: Fandango, Le Pacte, Mandragora Movie.

2- Le riprese si sono svolte tra Genova, Alto Adige e Romania. Esattamente a Bucarest è stata ricostruita per intero via Battisti, con una scenografia lunga 250 metri che è costata ben un mese e mezzo di lavoro a vari artigiani.

3- Prodotto e distribuito da Fandango, è diretto da Daniele Vicari (“Il passato è una terra straniera” e “Velocità massima”) e può contare su un ottimo cast composto da: Claudio Santamaria, Renato Scarpa, Elio Germano, Davide Iacopini, Ralph Amoussou, Alessandro Roja, Paolo Calabresi e Jennifer Ulrich.

4- La colonna sonora conta le musiche originali di Theo Teardo eseguite dal Balanescu Quartet, “Evolution Revolution Love” di Tricky, “Gas Gas” di “Goran Bregović, “Angel” dei Massive Attack (da “Mezzanine”), “It Takes A Fool To Remain Sane” dei The Ark (da “We Are The Ark” del 2000) e “Clandestino” di Manu Chao, inno del movimento no-global presente a Genova dopo la partecipazione di Manu Chao al concerto contro il G8.

5- Si è aggiudicato il premio del pubblico al 62° Festival di Berlino, ed è stato il protagonista indiscusso del Bif&st-Bari International Film Festival di quest’anno. Nella produzione sono stati impegnati  250 stunts e 35 automezzi della Polizia.

6- Il film si è basato scrupolosamente sugli atti giudiziari del processo che in Appello ha visto la condanna per lesioni, falso in atto pubblico e calunnia per 29 dei 300 poliziotti che parteciparono al blitz, definito da Amnesty International come “la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda Guerra Mondiale”.

7- Il 15 maggio sarà proiettato al Parlamento europeo. E intanto domenica 15 aprile, alle 23.45, arriva su Raitre il documentario di Carlo A. Bachschmidt “Black Block” che rievoca quelle ore buie attraverso le testimonianze di alcuni no-global stranieri vittime del pestaggio.

8- In occasione dell’uscita italiana del film Fandango ha realizzato un’APP- applicazione per iPhone, iPad e iPod Touch, completamente gratuita con contenuti esclusivi.
Oltre alle informazioni sul film l’APP contiene: Clip esclusive e backstage; Il primo capitolo integrale del libro di Alessandro Mantovani “Diaz – Processo alla Polizia” edito da Fandango Libri ed interviste esclusive ai veri protagonisti della Scuola Diaz tratte dal documentario “Black Block” di Carlo Bachschmidt.


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