Jonah hex: genesi di un flop

QUANDO IL FUMETTO NON E’ ALL’ALTEZZA DELLE ASPETTATIVE

Nelle ultime settimane i super eroi della Marvel meglio conosciuti come “The Avengers”, hanno catalizzato tutto l’attenzione mediatica, per l’uscita nelle sale del film dedicato alle loro avventure. Non tutte le ciambelle riescono con il buco però e allo stesso tempo non tutti i super uomini creati dalla fantasia di una penna riescono a raggiungere altrettanto successo e popolarità.  Specialmente al battesimo del fuoco della trasposizione cinematografica sul grande schermo.

E’ questo il caso di Jonah Hex, un personaggio dei fumetti DC Comics, creato dalla fantasia degli autori John Albano e TonyDeZuniga all’inizio degli anni ’70. Non molto popolare in Italia, il suo pubblico di riferimento era piuttosto quello della grande platea americana.  Questo anche e soprattutto per il tipo di storia raccontata. Personaggio appartenente al genere western, le sue avventure sono ambientate all’indomani della guerra civile americana.

La professione di Jonah Hex? Cacciatore di taglie. E da qui parte il plot della pellicola che ci racconta la caccia ad un suo vecchio compagno d’armi, colpevole dell’uccisione della sua famiglia. Spinto dallo spirito di vendetta Hex sarà coinvolto in un caso molto più grande di lui quando scoprirà che colui che sta cercando vuole distruggere l’America durante il centesimo anniversario e farà di tutto per fermarlo ed ucciderlo.

Uscito in Italia in pochissime copie, visto lo scarso risultato di pubblico, tutto l’ufficio marketing ha immediatamente reindirizzato la strategia commerciale sulla diffusione e vendita in Home Video. Un risultato scadente come quello sul mercato americano nonostante, almeno sulla carta, le carte per un prodotto di successo sembravano esserci tutte. Prodotto dalla Warner Bros Pictures, e distribuito in sala a partire dal giugno 2010, la pellicola diretta da Jimmy Hayward, poteva avvalersi di un cast altisonante con i nomi di Josh Brolin, nei panni del protagonista, e di John Malkovich e Megan Fox. In cabina di regia era stato peraltro chiamato uno dei migliori esperti di film di animazione come Hayward, nello staff di successi mondiali come Nemo e Toy’s Story, nella speranza di ripercorrere una strada già molto battuta dalle Major, nel tentativo di riportare l’estro visionario adattato a questo progetto legato ad un mondo immaginario come quello del fumetto in questione.

In questa esperienza il flop è stato totale e neanche il pubblico nerd, affamato di tutto ciò che a che fare con i personaggi dei fumetti, ha potuto risollevare le sorti di questo progetto. Incassi ai minimi storici e una resa in immagini non all’altezza, basti pensare alla lunghezza finale della pellicola di soli ’76 minuti. Anche ad Hollywood non tutto quello che luccica è oro e, almeno in questa occasione, ci siamo persi veramente poco.

 

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Onnivoro cinematografico e televisivo, imdb come vangelo e la regia come alta aspirazione.
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