Riff: cortometraggi italiani e internazionali

RECENSIONI DEI MIGLIORI CORTI DELLE PRIME DUE GIORNATE DEL ROME INDIPENDENT FILM FESTIVAL

Il formato del corto fa la sua fortuna in ambito festivaliero e mai come nel caso di produzioni indipendenti il ruolo della rassegna si fa così importante. Il Riff si è aperto lo scorso venerdì con un documentario e una serie di cortometraggi, italiani e internazionali, davvero interessanti. Alcuni di questi, secondo il parere di chi scrive, meritano particolare attenzione. Tra i corti internazionali in concorso, è il caso di Armadingen e Dans le cour de grandes, proiettati venerdì 13 aprile.

Armadingen (anno 2011, durata 23’) è un corto in pellicola di produzione tedesca diretto da Philipp Kassboher che racconta la storia di un amore che dura da tutta una vita e che, però, sembra essersi un po’ affievolito col tempo. Un meteorite sta per colpire la Terra e distruggere l’umanità; Walter, un anziano contadino tedesco, sente la notizia e decide di non dirlo alla moglie ma di farle passare la giornata più bella della sua vita. Attraverso immagini dai colori talmente chiari e delicati da farle sembrare colorate a pastello, una scenografia dettagliata e due attori meravigliosi, questo corto divertente e commovente allo stesso tempo (viene in mente “Up”) ci mostra che non ci accorgiamo di amare qualcuno finché non rischiamo di perderlo.

Dans la cour de grandes (anno 2011, durata 16’) è invece la storia di un amore appena nato ma già fortissimo. Tanto forte da portare lui a usare una tremenda violenza contro chi infastidisce lei. Malgrado la provenienza italiana della regista, presenta alcune caratteristiche dei film francesi degli anni 2000 (colori tenui e regia classica ma movimentata). Di forte impatto visivo, il corto di Annarita Zambrano mostra la violenza morale e fisica propria degli adolescenti senza il minimo filtro. Come spettatori, ci viene chiesto chi ha torto e chi ha ragione, chi ha sbagliato più di tutti, tenendo sempre presente il fatto che si parla di ragazzini.

Per quanto riguarda la produzione di film brevi nostrani, sabato 14 aprile sono stati presentati In fondo a destra e Ombre.

In fondo a destra (anno 2011, durata 14’) è l’opera prima del giovane regista Valerio Groppa, che si presenta divertente in superficie ma amara sul fondo. L’idea è molto carina e piuttosto verosimile: un rappresentate di un elettrodomestico va a fare la sua presentazione a casa di un anziano vedovo che si mette a raccontargli tutta la sua vita e gli offre pure un piatto di spaghetti per pranzo. Questo breve film concentra molti topos italiani e si deve averli vissuti per goderne appieno; è poi il tema della universale della solitudine a renderlo comprensibile agli spettatori di tutto il mondo e di tutti i tempi.

Ombre (anno 2011, durata 15’) è un corto davvero di grande qualità, diretto e fotografato molto bene nonostante i pochi mezzi, che vede protagonisti Vinicio Marchioni e Daniela Virgilio, entrambi reduci dalla serie Romanzo criminale. Il corto dell’abile Emanuele Pica racconta la storia di due uomini che vengono seguiti come ombre dai protagonisti che sono, appunto, ombre. L’inseguimento è accompagnato da un sottofondo musicale continuo che conduce poi a un tragico finale aperto. Unica pecca, la poca definizione della trama: la provenienza e lo scopo della presenza delle ombre non sono per niente chiarificate, lo spettatore non ha indizi di nessun tipo per interpretare la storia che rischia di risultare senza appigli solidi.

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