Homeland 2: first look

PILOT AVVINCENTE PER LA SERIE CHE HA CONQUISTATO L’AMERICA

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È andato in onda il 30 settembre scorso in America, il pilot della seconda stagione di Homeland – caccia alla spia, la serie tv che per la prima stagione ha ricevuto un alto consenso di pubblico (in primis lo stesso presidente americano Barack Obama) e critica.

Il tema d’altronde è quanto più che attuale e tocca il cuore di tutti quei cittadini americani le cui vite sono rimaste straziate dall’11 settembre 2001, dato che si parla di lotta al terrorismo. Spionaggio, intrighi politici, drammi psicologici: il filo conduttore della prima stagione sembra non essersi rotto, almeno per quanto ci si può attenere da un primo episodio.

Avevamo lasciato Carrie (Claire Danes), che in preda ad uno stato confusionale pre-pazzia, decide di sottoporsi ad elettroshock per placare la sua mente; e il tenente Brody (Damian Lewis) che viene fermato dal premere il pulsante per farsi saltare in aria insieme alle più alte cariche dello stato americano, dalla chiamata della figlia.

Se il capitolo conclusivo della prima serie era stato caratterizzato da un’attesa ansiosa dovuta ad un climax di eventi che si precipitano verso un finale tragico, all’inizio di questo primo episodio si avverte una calma strana che si capisce durerà poco. Finisce infatti, quando Saul (Mandy Patinkin) chiede aiuto a Carrie per una missione alla quale solo lei può apportare una svolta.

Brody dal canto suo è diventato un deputato, che vede offrirsi l’occasione di concorrere insieme al vicepresidente per la Casa Bianca. È proprio in questo momento che torna a farsi sentire Abu Nazir, che ancora una volta vuole la sua collaborazione per vendicarsi in suolo americano.

Ricomincia così la corsa contro il tempo che pensavamo di aver perso nella visione del primo piano di una Carrie sofferente, nell’ultimo episodio della scorsa stagione. Ora invece è tornata in gioco, impaurita certo ma più forte e smaniosa che mai nel far vedere quanto la sua personalità sia utile e necessaria alla CIA.

Coinvolgente e trepidante, la serie è sostenuta da una buona sceneggiatura anche in questa nuova stagione, e si fa manforte di un cast dall’interpretazione eccezionale. Le inquadrature giocano molto sui primi piani degli attori per mettere ben in mostra le diverse sensazioni che provano, per stimolare e rendere complice lo spettatore. Ha tutte le carte in regola per avere successo insomma, ma staremo a vedere con gli altri episodi.

Se il finale della scorsa serie non era finito con il “botto” in senso letterale, questo pilot il botto lo fa, ma in senso simbolico.

 

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