Il festival del film di roma? un caso internazionale

PROBLEMA FONDI, PROBLEMA OSPITI, PROBLEMA SCELTE: MULLER NEL PALLONE

Roma si svela! Muller si sveste per un attimo e rientra subito nei panni del mattatore. Ma come ogni buona regola vuole, l’abito, seppur di fattura orientale non fa il monaco e si vede. Ieri conferenza stampa e “attacco” mediatico dei giornalisti, lo aspettavamo al varco, tanti soldi spesi e investiti sulla sua figura di magnete dei talent di cinema, pochi mesi a disposizione. Risultato? Mezzo miracolo che sa di delusione, perchè okay i film ci sono, ma il Festival è troppo autoriale, troppo poco glamour, troppo complicato, troppo raffazzonato, troppo. Una Venezia di serie B, purtroppo bisogna affrontare la verità.

Allora ribadiamolo, ancora una volta, come da qualche anno a questa parte: nonostante la settima edizione e andando pienamente contro i nostri interessi, Roma deve chiudere. Dirottiamo fondi verso la laguna, l’unico vero prestigioso Festival di Cinema di risonanza internazionale ed evitiamo polemiche e scottature politiche. Non ci sono fondi, le idee scarseggiano, gli inglesismi abbondano e la gente si stufa facilmente di sentire l’accostamento “festa popolare” alle parole budget, bilanci, sponsor, prezzi dei biglietti. La (quasi) certezza è che le persone che affolleranno il red carpet non pagheranno per entrare in sala. Forse giusto con il “salvatore” Tarantino. 

Questa la realtà dei fatti, quanto più lontani dall’idea iniziale, il nuovo mandato della Fondazione Cinema per Roma parte con il piede monco e, seppur sbandierando assi nella manica o film a sopresa, non convince per niente la scelta delle date, che ingolfa in maniera inutile un palinsesto autunnale già al limite dell’anemia cinefila. Perchè il botteghino recita l’amara verità: i film italiani, anche di qualità, non incassano quasi mai una lira, allora…che motivo c’è di “festeggiare”? Provocazione lanciata. 

Simone Bracci

(11 ottobre 2012)

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