Scorie in libertÀ: recensione

IL DOCUMENTARIO DI PANNONE SULLA QUESTIONE DEL NUCLEARE, DAGLI ANNI ’60 AL REFERENDUM DEL 2011

Il documentario, soprattutto quello d’autore, in Italia ha vita breve dal punto di vista della distribuzione: in sala non arriva, le reti televisive pubbliche e private tendono a comprare spazi esclusivamente per materiale prodotto da grandi nomi (come i meravigliosi audiovisivi della National Geographic, solo per citarne uno) e principalmente a fini spettacolari e didattici allo stesso tempo. Gianfranco Pannone è un documentarista che non ha mai lavorato con grandi produzioni e che questa volta ha persino autoprodotto Scorie in libertà, il suo ultimo lavoro dedicato al nucleare che lui stesso definisce «un atto di resistenza e di cinema civile».

Il centro nevralgico della lotta cinematografica di Pannone e dei suoi collaboratori è la città di Latina, a sud del Lazio, dove sono state costruite ben due centrali nucleari: una di dimensioni canoniche (chiamata dagli abitanti del posto “lo scatolone”) e un reattore più piccolo che non è mai entrato in funzione ma la cui manutenzione e mantenimento in sicurezza costano alla regione quasi 2 milioni di euro l’anno. Pannone si avvale anche della collaborazione di un giovane biologo che studia le strane malformazioni di alcuni pesci che si possono pescare nelle acque vicine alla centrale, e di tutta la popolazione della cittadina, amici e parenti compresi, che portano la loro testimonianza più o meno competente ma sempre accorata e “vera”.

Grazie a filmati del repertorio Luce, l’autore può raccontarci come sono nati i reattori a Latina negli anni ’60, quali influenze positive hanno avuto sull’economia del territorio e successivamente quali conseguenze hanno avuto sulla salute degli abitanti. Al centro del discorso c’è soprattutto il referendum del 2011 che includeva nelle quattro voci anche quella del nucleare: i presidi e gli scontenti che li organizzano a Latina però non sono molti e sembrano non essere ascoltati dai loro concittadini che pure ammettono di avere delle perplessità, ma preferiscono non metterle in piazza.

Scorie in libertà è un documentario costruito in modo abbastanza classico, un po’ alla maniera di Michael Moore, con la voce dell’autore che commenta ogni scena e racconta fatti del passato con l’aiuto di filmati di repertorio. Il risultato però non è affatto noioso, la nostra attenzione è tenuta sempre alta dai personaggi particolarissimi che Pannone intervista, con le loro stranezze, il loro dialetto e la loro simpatia.

Insomma, di documentari di questo tipo c’è bisogno, sono utili come mezzi di “informazione alternativa”: da prendere con le pinze, s’intende, ma costituiscono comunque una fonte diversa e nuova per chi vuole approcciare ad una determinata materia. Grazie a Kimera Film, Scorie in libertà sarà distribuito prima a Roma e provincia, poi in tutta Italia, nei centri e nelle associazioni culturali; fondamentale l’aiuto nel Nuovo Cinema Aquila di Roma che con la sua rassegna sui documentari, si prefigge l’obbiettivo di portare il “cinema della realtà” nelle sale. Iniziative come questa sono sempre più frequenti ed è un dato che fa sperare in un cambiamento del mercato, ma soprattutto della sensibilità degli spettatori.

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