Roma film fest: il dietro le quinte della rassegna

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Alzato ormai da ore il sipario sulla quinta giornata del Festival, il tempo trascorso tra una proiezione ed una conferenza stampa è finalmente adeguato a poter compilare un primo resoconto, una piccola guida di quanto visto o sentito, cercando, senza prendersi troppo sul serio, di tirare le somme su quanto finora accaduto.

Partiamo quindi senza troppo tergiversare dalle note dolenti di questa edizione numero sette della rassegna, la prima targata Marco Muller. Sarà perché il tempo nel week end non era dei migliori, sarà perché la domenica capitolina è stata catalizzata dall’attenzione mediatica e cittadina sul derby pallonaro, ma finora la sensazione da spettatore medio è quella di un netto calo delle presenze. 

Emblematico in tal senso il picco al ribasso nell’entusiasmo del pubblico fatto registrare nella serata di venerdì per la cerimonia di apertura del Festival. A parte il vestito rosa shocking esibito dalla madrina Claudia Pandolfi, e la tunica sacerdotale ostentata da Paolo Villaggio, nulla d’importante da segnalare, in una passerella dai toni snob, “infarcita di asiatici” (vox populi) e solo a tratti movimentata da alcuni inviati delle Iene impegnati a sbeffeggiare i (pochi) volti noti di turno. Freddina, con somma sorpresa, anche l’accoglienza riservata al romanissimo e amatissimo Carlo Verdone.

Proprio la mancanza di star capaci di attirare l’attenzione è un altro dei grandi peccati di quest’anno. In attesa dell’arrivo di Stallone, attore di fama ma almeno per chi scrive per così dire di serie B, cresce tra gli accreditati il toto Jude Law. Avvistato a Roma nei giorni scorsi è stato scritto dai giornali di una sua presenza in quel dell’Auditorium. Sarà che fiero di non coprire più la sua calvizie incipiente si è presentato forse con il nuovo look all shave, fatto sta che qui in sala Petrassi lo stiamo ancora aspettando. Da dove sarà passato?

Per far fronte alle esigenze di un aumento del numero dei giornalisti presenti si è deciso di ampliare lo spazio dedicato alla sala stampa, con una bella sala a vetrata e finalmente open-space. Ottima idea. Peccato però che i problemi con la linea internet siano direttamente proporzionali al numero di metri quadri previsti in più per la nostra categoria. 

Intenti a risolvere i complicati meccanismi di utilizzo del wi-fi gran parte dei cronisti ha drammaticamente ignorato il malore di un collega colto probabilmente da un calo di pressione. Per fortuna che gli stewart di sala hanno prontamente chiamato i soccorsi. Nulla di grave, state tranquilli. Ah….dimenticavo. In sala stampa regalano Ferrero Roche. Scene di ordinaria follia durante il primo giorno di lavoro, pur di recuperare i preziosi cimeli. Poi qualcuno ha saggiamente deciso di di rinunciare a rifornire il banchetto allestito per l’occasione.

Domanda che sorge spontanea: perché non si è minimamente puntato, almeno a livello mediatico, sulla presenza (peraltro forzata visto il ruolo minore nel film) del premio Oscar Adrien Brody?  Grazie comunque Adrien per esserti fatto accompagnare dalla tua nuova fidanzata (nella foto a sinistra), tale Lara Lieto: gran gnocca, nulla da dire!

Delusione e sconforto al primo giorno di Festival per molti dei presenti. Chiusura a sorpresa dello storico spazio Lancia Cafè (le auto di cortesia fornite dalla casa automobilistica per ora sono ancora al loro posto). Spazio adibito ad incontri e conferenze per un pubblico ristretto, ma soprattutto luogo preferito di molti, me compreso, dove sorseggiare un prosecco in tranquillità e ad impatto zero, ergo offerto, in orario aperitivo.

Ci consoliamo con l’ottima birra dello spazio settembrini, nuovo punto di riferimento dei “giovani” e trendy del Festival.
Unica indicazione: attenzione alle porte a vetri, trasparentissime dello spazio. Si rischia di sbattere con estrema facilità. Doloroso. Parliamo infine di film…. Anzi no per tutto il resto cliccate su filmforlife.

(13 novembre 2012)

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Onnivoro cinematografico e televisivo, imdb come vangelo e la regia come alta aspirazione.
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