Strage di Newtown: Hollywood si unisce realmente al dolore dei familiari?

POSTICIPATA LA PREMIERE DI “JACK REACHER”, MICHEAL MOORE RIAPRE LA POLEMICA CONTRO LA DETENZIONE DI ARMI

Ennesima strage civile in America. Ennesimo caso di vittime innocenti morte per la follia di un individuo. Chissà cosa è passato per la mente di Adam Lanza ieri mattina, quando si è introdotto alla Sandy Hook Elementary School di Newton (Connecticut) e nella quale ha ucciso 20 bambini e 6 adulti. Stamattina l’America si è svegliata con la consapevolezza del giorno dopo, piangendo i propri morti, chiedendosi il perché queste cose accadano con sempre più frequenza sul proprio territorio.

L’ultimo caso eclatante per numero di morti è avvenuto infatti solo all’incirca 6 mesi fa, a Denver. Lo ricorderete sicuramente, in quanto la tragicità della vicenda era stata pensata ed attuata in modo teatrale. Un individuo con indosso una maschera antigas – a voler somigliare al cattivo del capitolo conclusivo della saga di Batman – lo scorso 20 luglio si è introdotto all’anteprima de Il Cavaliere Oscuro, il ritorno. Nella sala, dopo il lancio di vari lacrimogeni, l’uomo ha ucciso 12 persone.

Tragedie del genere, toccano gli animi di tutti. Anche Hollywood ovviamente si è sempre adoperata in prima persona per rispettare il cordoglio delle famiglie delle vittime. E anche questa volta ha partecipato al dolore a modo suo: è stata posticipata la premiere del nuovo film di Christopher McQuarrie, Jack Reacher. Ma la domanda che ci si pone oggi è la seguente: è una buona azione fine a sé stessa, o una speculazione sulla tragedia da parte della Paramount Pictures?

In una delle scene del film, infatti, si vede un cecchino sparare senza motivo a cinque persone casuali. Gli occhi degli spettatori sarebbero stati ancora troppo lucidi per la tragedia vera di ieri, per sopportare una sequenza del genere? Che l’abbia pensato o meno, la casa di distribuzione statunitense ha diffuso un comunicato nel quale si legge “abbiamo rinviato l’anteprima di Pittsburgh perché i nostri cuori si rivolgono a tutti quelli che hanno perso i propri cari nella strage di ieri”.

Altro argomento scottante che torna sempre in discussione con le stragi d’oltre Oceano, è la polemica contro la detenzione di armi da fuoco. Ad aizzare nuovamente gli animi ci ha pensato il regista americano Michael Moore, autore di Bowling for Columbine – documentario sul dramma della Columbine High School, dove nel 1999 due ragazzi uccisero 12 persone e ne ferirono 24. In un commento sul suo profilo Twitter scrive “This morning a crazy man attacked 22 children at an elementary school in China. But all the crazy man had, was a knife. Number of dead? Zero”.

La provocazione appare chiara. Sarebbe quindi la facilità con cui nel nuovo continente ci si possa procurare armi, a far si che i massacri abbiano realizzazione? Moore propone da tempo l’applicazione di norme  che controllino la compra-vendita delle armi, la fine della violenza come politica pubblica e un’assistenza mentale for free. Ma nessuno sembra avergli mai prestato ascolto. Il suo, attualmente, rimane un pensiero isolato dal resto dei cittadini ai quali sembra andare bene la politica delle armi pubbliche.

Servono a poco, quindi, anche le lacrime del presidente Barack Obama, se la questione non viene poi presa davvero in considerazione in sede legislativa. E sicuramente i dibattiti pubblici di personalità famose e stimate nel panorama cinematografico internazionale, aiutano la “campagna di sensibilizzazione dei cittadini” al problema. Ma sappiamo bene che l’ultima parola spetta alle istituzioni. E allora.. “aspetta e spera”.

V.V.

 

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