Cinema America Occupato: rivalutare invece di distruggere

SI CHIAMA “PROSSIMA FERMATA: CINEMA AMERICA”, LA MOSTRA ORGANIZZATA PER PROMUOVERE IL RECUPERO DELLO SPAZIO ARCHITETTONICO

Si sa che l’attenzione dei media non è facile da attirare. Specialmente quando non fiutano odore di scandalo o polemiche, televisioni, giornali e radio danno poco spazio all’interesse che potrebbero suscitare particolari argomenti che riguardano la realtà in cui viviamo. Questo è successo anche agli spazi romani dedicati al mondo del cinema. Finché i dipendenti non hanno occupato gli Studios di Cinecittà, della loro chiusura si era parlato ma poco e male, giusto perché sede di grandi capolavori del passato nonché tra i primi grandi studi italiani finalizzati alla settima arte.

Il problema capitolino, ma non solo, della chiusura dei cinema minori, interessa poco perché le grandi multisala comunque proiettano film di tutti i tipi, e anzi favoriscono una vasta scelta anche agli indecisi che sanno soltanto di voler dedicare il loro tempo al cinema. La piccola realtà dei cinema che contano una o poco più sale è questa: molti sono stati chiusi per salvarne altri in zone limitrofe, altri sono stati costretti a chiudere per gli incassi bassissimi, altri ancora chiusi da anni vogliono essere distrutti per creare altro.

Quest’ultima situazione, è ciò che caratterizza il cinema America. Chiuso dagli anni ’90, lo spazio cinematografico, che si trova nelle strette stradine di Trastevere, è stato occupato lo scorso 13 novembre da ragazzi, genitori, residenti, persone interessate, in segno di protesta contro il suo abbattimento simbolico. La parola d’ordine di quello che è diventato, nei mesi, un collettivo di persone, è riqualificazione.

Perché eliminare una struttura che potrebbe essere restaurata e utilizzata come luogo d’arte, d’incontro, di dialogo sulla cultura? Il progetto avanzato per il palazzo, sede della sala cinematografica di un tempo, è di farne una serie di miniappartamenti, con tanto di garage sotterraneo.

I motivi per cui siamo qui sono due: il primo è l’opposizione al progetto speculativo che vorrebbe trasformare questo spazio un tempo pubblico in un palazzo con 20 miniappartamenti ed un parcheggio sotterraneo. Il secondo è la creazione di uno spazio ricreativo e di aggregazione in un quartiere come Trastevere dove, da anni, la via intrapresa è quella del ‘quartiere vetrina’, fatto esclusivamente per i turisti”, affermano a gran voce gli Occupanti del cinema America.

A far sentire il loro dissenso, ci hanno messo voce e faccia anche grandi nomi del cinema italiano: Carlo Verdone, Marco Bellocchio, Alba Rohrwacher, Stefano Benni, Marcello Fois ed l’ultimo Elio Germano. L’attore romano è intervenuto, infatti, lo scorso 18 gennaio alla presentazione della mostra il cui obiettivo è far capire l’importanza del ruolo storico assunto da quel palazzo nel corso del tempo. Per l’occasione Germano ha recitato dei versi del poeta Gioacchino Belli, come potete vedere nel video qui sotto.

Perché non dare ascolto a queste persone che vivono sul territorio, e pensare ad un progetto di riqualificazione del posto nell’ambito della cultura? Le idee sono tante e valide, e il comitato di quartiere è anche molto predisposto al dialogo e alla discussione. A volte basterebbe semplicemente prestare attenzione alle idee altrui, e non chiudersi nella fermezza del pensare che solo costruire è la giusta via.

Trastevere, in generale Roma, non ha bisogno di nuovi comprensori inutilizzati. La gente non compra casa in tempi di crisi, ma ha bisogno di speranza, di sogni, di cultura. Ricominciamo quindi a guardare un po’ oltre il nostro naso, che poi così lungo non è, e a lasciar parlare le persone. L’ottusità non porta da nessuna parte, se non all’incomprensione e quindi allo scontro.

V.V.

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