Gloria: recensione film

SE IL CILE FOSSE UNA DONNA AVREBBE IL VOLTO E L’ANIMA DI PAULINA GARCIA

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GENERE: drammatico

DATA DI USCITA: 10 ottobre 2013

DURATA: 110’

VOTO: 3,5 su 5

Facendo viaggiare lo sguardo oltreoceano senza soffermarsi sempre sugli Stati Uniti ci si rende conto che, al sud della grande superpotenza, c’è un Paese forte di dignità che a oggi è il Paese dell’America Latina con la più forte ripresa economica nonostante abbia affrontato la piaga politica di una forte dittatura militare.

La corsa verso il benessere nel Cile, arrivata a buon punto, è anche il motivo principale di una sua ritrovata vitalità culturale che ha come prova anche un incremento di produzioni cinematografiche che, oltre a esponenti politicamente orientati come Pablo Larrain, ha anche sviluppato una cinematogtrafia più intimista.

Se il Cile fosse una donna probabilmente il suo nome sarebbe Gloria e il suo umano volto sarebbe quello della straordinaria protagonista del lungometraggio di Sebastian Lelio, una delle giovani e più interessanti voci della cinematografia cilena, Paulina Garcia.

Gloria, che da il nome anche alla pellicola di cui la Garcia è incontrastata musa, è una donna di mezza età che non si è ancora arresa: ha sessant’anni due figli e un marito inaffidabile eppure è ancora alla ricerca dell’amore ed è ancora in grado di essere totalmente indipendente e di rialzarsi, senza ferite alle ginocchia che diventino alibi per rallentare il passo, senza avere la presunzione di voler fermare il tempo ma con la voglia, giovane, di viverlo a pieno.

Sebastian Lelio con la sua telecamera non tenta mai di nascondere gli anni presenti sul corpo della donna, anzi, li accarezza dando loro un plusvalore giocando con le imperfezioni sue e dei coprotagonisti e aggiungendo lievi tocchi di ironia alle parti più critiche della storia.

Paulina Garcia, vincitrice grazie a questo ruolo dell’Orso d’Oro alla 66ma Berlinale, regge alla perfezione e con grande carisma film che è tutto sulle sue spalle e sui primi piani che il viso accoglie con grande espressività rendendo invisibili tutti coloro che le girano attorno fino ad esplodere in una danza, liberatoria, che ha come sottofondo musicale la canzone di Umberto Tozzi: Gloria. Mancava effettivamente lei nell’aria.

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