Fast and furious 6: recensione film

NON DELUDE IL SESTO CAPITOLO DELLA SAGA ACTION CON VIN DIESEL E PAUL WALKER

GENERE: azione

DATA DI USCITA: 22 Maggio 2013

Titani dell’azione, la cui furia si abbatte sull’asfalto di mezzo mondo al volante di bolidi potenziati. Una saga globale ad episodi, che fa del rombo di motori e di azioni da commando il suo marchio di fabbrica, regia coreografica dell’ormai veterano Justin Lin e Vin Diesel come produttore e protagonista.

Fast and Furious 6 è il sonetto numero sei di un’opera lirica girata a velocità supersonica, il degno proseguimento della banda di Toretto, meno efficace del precedente, ma sempre con un grado di azione spettacolare da far gongolare i patiti del genere. Motori, muscoli e mozzafiato bellezze, tre M che sintetizzano la caccia internazionale ad un criminale addestrato e spietato. L’incipit debole è il solo pretesto per tuffarsi nella vita spericolata di Paul Walker-O’Conner, Letty-Rodriguez e The Rock-Dwayne Johnson (no bad to be a cop), un gruppo con il codice d’onore legato alla famiglia.

Che poi siano rapinatori eleganti è tutto un altro stile, il film ne denota debolezze e punti di forza, attrae, non convince, torna ad attrarre e spettacolarizza ai massimi livelli il concetto di inseguimento su ‘circuito’ urbano, in cui pedoni sono ostacoli e birilli, il fine la cattura della preda e la vittoria da battistrada. A costo della vita. Montaggio e colonna sonora, invece, rendono il pacchetto video completo e lanciano lo spettatore a folle corsa verso la nuova (im)probabile missione, in cui ci vuole fegato, coraggio o semplice stupidità.

Incidenti e devastazioni coatte sono il contorno di un soggetto stavolta più intimista e meno riuscito, perché se ci si allontana dalla strada maestra ecco che allora vige un solo motto: correre o morire. Pensate accuratamente alla vostra scelta.

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