Sole a catinelle: intervista a Checco Zalone

“NON ESISTE ALCUNA FORMULA SEGRETA PER IL SUCCESSO”

Checco Zalone torna sul grande schermo con il suo terzo film da protagonista dopo l’enorme successo di pubblico dei suoi precedenti lavori Buona giornata, e Cado dalle nubi che è arrivato a incassare 45 milioni di euro in un momento durissimo per la cinematografia nostrana.

Sole a catinelle ha la pretesa di bissare il risultato della precedente pellicola e lo dimostra la distribuzione in 1200 e le 30000 prenotazioni già arrivate per assicurarsi un posto in sala.

Checco lei è uno dei pochi comici che non si dirige. Com’è il tuo rapporto con regista Gennaro Nunziante?


Ormai siamo una coppia di fatto. Viviamo praticamente insieme da sette anni. L’unica cosa che non facciamo è baciarci perché ci facciamo schifo.

Dopo il successo dei primi due film avete ripassato una formula per ripetere quel risultato?


No. Non esiste alcuna formula o segreto. La scrittura è solo la fase conclusiva di un’operazione che parte da idee, discussioni e ore di telefonate. Poi si lavora sul set. Ad esempio, in una prima stesura il finale doveva essere ambientato in Molise, dove la famiglia, in un’atmosfera bucolica alla Celentano, ritrova la felicità. Ecco perché ci siamo permessi di dileggiare cosi tanto il Molise nella prima parte del film. Alla fine abbiamo cambiato il finale ma non la prima parte, cosi le prese in giro sono rimaste. Colgo l’occasione per chiedere scusa al Molise dove abbiamo ricevuto la miglior accoglienza possibile. Gli abitanti sono stati meravigliosi con il loro entusiasmo di fronte alle macchine, alle cineprese. Andateci cosi non sentirò più in colpa la prossima volta che il Presidente della Regione mi farà dei ringraziamenti del presidente.

Si aspettava il consenso cinematografico e televisivo?


Il successo lo sognavo, e per ora c’è. Certo io da giovane volevo fare il musicista, mai avrei pensato di diventare un comico. Mi godo la situazione finché dura.

Ci ha accennato a sua figlia. Come è cambiata la tua vita?


Ho detto che mi ha spronato per creare questa storia. L’ho vista poco negli ultimi tre mesi, Non vedo l’ora che sia finita questa storia per andarmela a godere un po’.

Per la colonna sonora, quanto la ha influenzato la sigla di Ufo Robot?


Tantissimo ma non ho nessuna intenzione di dargli la Siae. Non è plagio vero e proprio. Come facevo a Zelig, ho rubato  un po’ e ho creato una canzone a “la maniera di”. A rifletterci proprio questa mancanza di personalità musicale mi ha frenato nel carriera di musicista.

Nel film c’è anche la critica a un certo cinema italiano recente. Aveva in mente qualche nome?


Tu ti riferisci alla gag sul film sull’eutanasia. Non avevo in mente un film in particolare. Volevo sfottere un certo cinema d’autore, che voi conoscete meglio di me, per poi crearci la gag finale con la zia disposta a morire per il risparmio energetico. Nessuna satira.

 

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