Come il vento: recensione film

MARCO SIMON PUCCIONI SFOGGIA UN DRAMMA DI BUON IMPATTO EMOZIONALE CON VALERIA GOLINO E FILIPPO TIMI

Come-il-ventoGENERE: drammatico

DURATA: 110 minuti

USCITA IN SALA: 28 novembre 2013

VOTO: 3,5 su 5

Tanti i temi toccati in questo film che volano veloci come il vento. Sfiorano lo spettatore e spariscono. Una folata di vento a volte leggero, altre impetuoso e gelido. I temi trattati sono forti ma appena stretti scivolano tra le mani, il racconto è la storia di una donna, lei la vera protagonista. Tutto il resto a tratti sembra solo una citazione, di quelle talmente potenti da essere ricordate ma che non diventeranno mai un libro. Un amore che ha bisogno di giustizia, di pace.

Un lavoro che sembra la risposta a tante domande e che invece diventa solo un laccio stretto al collo, un ambiente maschile, troppo maschile, dove la giustizia pur essendo il giudice supremo è dura da rintracciare e da seguire. In Come il Vento, film di Marco Simon Puccioni, Armida Miserere è una tra le prime donne a dirigere un carcere in Italia. La sua vita è spaccata tra il suo lavoro, così duro, e gli affetti. Nella primavera del 1990 Umberto (Filippo Timi) il suo compagno viene assassinato. Qualcosa si spezza, Armida (Valeria Golino) non ha pace vuole fare luce nella vicenda, ha bisogno di capire e sperare che così il suo dolore possa diminuire, possa dimenticare e trovare pace. Il lavoro diventa l’unica risposta.

In questi anni difficili per la Repubblica italiana diventa uno dei direttori più fermi e corretti, si sposta di carcere in carcere, accetta qualsiasi incarico. Il suo unico pensiero è però trovare la verità, quella verità che non la fa più vivere, che la strangola. Armida Miserere deve sapere. Il vento tira forte, come burrasca, lei è spostata con forza. Finalmente in un maxi processo alla ‘ndrangheta’ in Lombardia uno degli uomini del clan confessa di aver ucciso Umberto. Arriva così la verità tanto cercata ma non è abbastanza. Il nome di Umberto Mormile (Filippo Timi) viene infangato, sporcato. Armida è stanca, priva ormai di forze, svuotata. Il lavoro non basta più. Un altro gesto di coraggio questa è la scelta.

Come il Vento è una storia forte che lascia il segno e un grosso magone non appena usciti dalla sala. Forse alcuni fatti tenuti sullo sfondo avevamo bisogno di emergere maggiormente ma il vero centro è la figura di questa donna Armida Miserere, pronta a combattere, spesso anche con se stessa. L’interpretazione di Valeria Golino è convincente in ogni punto, è credibile e ben rappresenta la forza e la fragilità di questa donna. Qualcosa pero sembra sfuggire nel film di Marco Simon Puccioni ma non si riesce a cogliere precisamente cosa sia essendo così veloce come il vento.

 

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