Roma Film Fest – Gods behaving badly: recensione film (Fuori concorso)

UN CAST SPETTACOLARE E UNA BUONA IDEA NON BASTANO PER FARE UN BEL FILM

GENERE: commedia

DURATA: 90′

VOTO: 2 su 5

Tornano alla ribalta gli dei dell’Olimpo, ancora una volta per causare danni agli umani. Il rapporto uomo-dio è stato trattato a lungo, sia nel cinema, sia nella letteratura, che nell’arte. Gli dei, d’altronde, sono creature affascinanti dotate di poteri soprannaturali che determinano l’andamento del cosmo. Guai a farli arrabbiare, Zeus con le sue saette fulminerà il mal capitato. O almeno così era una volta. Oggi invece, gli stessi grandiosi personaggi sono quasi senza più potere, in eterna lite tra loro e causano un danno dietro l’altro, nel voler o meno, vivere nel mondo terrestre.

Kate è una giovane ragazza che passa la maggior parte del tempo con il suo migliore amico Neil, tra i quali però sta nascendo qualcosa di più forte. Ma in occasione della loro prima uscita ufficiale, quella dove lui si dovrà dichiarare, una freccia di Eros raggiunge il cuore di Kate, facendo innamorare di lei il dio Apollo. Visto che l’amore non è ricambiato, la ragazza verrà infine uccisa da Zeus, per porre fine alle sofferenze del dio innamorato. Nonostante se ne sia liberato, Apollo si sente in colpa e quando va da Neil per cercare perdono, davanti al rifiuto del ragazzo nel crederlo una divinità, spegne il sole come dimostrazione. Il gelo allora cala sulla terra e l’unico modo per salvare gli esseri umani dall’estinzione è parlare con Ade, fratello-nemico di Zeus.

Gods behaving badly è un’intreccio macchinoso diretto da Marc Turtletaub (produttore di Little Miss Sunshine e Quell’idiota di nostro fratello), che per il suo film prende ispirazione dall’omonimo best-seller di Marie Phillips. L’opera cinematografica però non farà fare il bis al libro, visto che la storia, che ben prometteva per una trasposizione, non diverte né appassiona. Il piacevole stupore di vedere Sharon Stone nei panni di Afrodite e Christopher Walken di Zeus, finisce dopo due secondi, smorzato dalle battute poco intelligenti e per niente fantasiose che caratterizzano i personaggi, rendendoli fastidiosi. Eppure Turtletaub non è un novellino nel mondo del cinema, avendo prodotto film accattivanti e novità coraggiose.

Al limite tra il grottesco e il banale, la struttura narrativa del film è quella classico con lo scontro tra bene e il male. Ma come fa il bene, in questo caso gli dei residenti a New York, se è senza poteri? Facile, si sacrificano. E non ci vuole grande immaginazione per capire dove andrà a parare e come andrà a finire la storia. Un vero peccato per un cast che se sfruttato e con una buona sceneggiatura, avrebbe garantito il successo. Invece che essere tra i nomi dell’Olimpo, il film rimane solo un altro, ennesimo, prodotto nel limbo.

 

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