The Lunchbox: recensione film

THE LUNCHBOX E’ UNA DELIZIOSA COMMEDIA ROSA INDIANA

the lunchbox locandinaGENERE: commedia romantica

DURATA: 105′

USCITA IN SALA: 28 Novembre 2013

VOTO: 3,5 su 5

Destiny is calling you“, cantavano i The Killers. Ed è proprio quello che accade ai nostri protagonisti di The Lunchbox, opera prima di Ritesh Batra che per il suo debutto sceglie di affidarsi ad una commedia romantica di nazionalità indiana che prende lo spettatore ‘di pancia’. La storia che sceglie è molto lontana dai toni chiassosi e colorati della vecchia Bollywood, anzi è esattamente l’opposto. Delicata nel tono, ha gli ingredienti giusti per deliziare il palato di molti alla ricerca di una commedia particolare ma che faccia ben sperare.

Ila (Nimrat Kaur) è una donna che soffre della mancanza di attenzione del marito, e che cerca di fare di tutto per stuzzicarlo. Cerca di prenderlo anche per il palato preparandogli il pranzo, che i Dabbawala gli portano direttamente a lavoro, amorevolmente cucinato. Interviene a questo punto il destino, facendo recapitare il ‘lunchbox’ ad un’altra persona. Ila se ne accorge, e un giorno decide di mettere un bigliettino nella scatola per ringraziare questo misterioso individuo di apprezzare così tanto la sua cucina da finire sempre tutti i suoi piatti. Inizia così uno scambio di lettere tra lei e Saajan (Irrfan Khan), un’anima sola quanto lei.

The Lunchbox è l’intimo racconto di due persone sole e sperdute in un mondo per il quale pensano di non essere tagliate, e che trovano nell’aprirsi l’un l’altra un motivo di conforto, che li isola dalla caoticità della società in cui vivono. Si sa come a volte siamo più disinvolti nel parlare a persone sconosciute, perché “chissà se le rivedrai mai più”, non hai paura del loro giudizio perché non sono i cari di cui invece lo temi. A maggior ragione il loro lasciarsi andare e denudarsi è toccante e inconfessato, anche perché quel che raccontano di loro è scritto su un foglio, non c’è un volto a fissarti che potrebbe imbarazzarti.

Ritesh Batra ci dipinge un mondo frenetico come quello indiano, privandolo dei suoi colori e del suo ritmo vivace, per lasciar spazio al colore dato dai buoni sentimenti e da una narrazione che è scandita dallo scambio epistolare. Semplice, sincero e naturale, la profondità del film è data dalla forza delle interpretazioni degli attori, che riescono ad empatizzare con chiunque stia a guardare cosa può fare a volte il destino.

 

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