Hostages: bilancio di stagione

SI CONCLUDE SU CBS IL CRIME DRAMA CON PROTAGONISTA LA BRAVISSIMA TONI COLLETTE

Negli ultimi anni, si è notato che lo spettatore medio americano ama guardare le serie televisive a sfondo politico, in grado di raccontare realtà attuali. Homeland, per esempio, è stato acclamatissimo nel suo genere, non solo per come ha affrontato il tema del terrorismo, ma anche per le ottime interpretazioni dei suoi protagonisti e le storie in cui i loro personaggi erano coinvolti. Anche Hostages, l’ultimo crime del canale CBS, fa parte di questa categoria.

Il telefilm è partito con buone premesse: Ellie Sanders è un’affermata donna chirurgo selezionata per operare il Presidente degli Stati Uniti, che viene presa in ostaggio insieme alla sua famiglia da un agente dell’FBI, Duncan Carlisle; a quel punto la donna dovrà decidere se salvare la sua famiglia o uccidere il Presidente. Tuttavia, dopo un pilot abbastanza convincente, la trama si è snodata in altre sottotrame che a volte non erano collegate tra loro: drammi familiari, sentimentalismo, e complotti che hanno reso il telefilm non più interessante agli occhi del pubblico.

L’idea di una famiglia presa in ostaggio era intrigante, ma oltre a questa trama sono stati aggiunti i drammi dei figli adolescenti: la più grande alle prese con una gravidanza inaspettata e il più piccolo con problemi di bullismo e di droga. La storia prende un’altra piega quando si scopre che l’agente Carlisle sta cercando una cura per sua moglie, malata terminale. Ad un certo punto entrano in scena personaggi governativi e dell’esercito che progettano altri complotti contro il Presidente. Sottotrame che hanno annoiato lo spettatore. Cosa voleva raccontarci Jerry Bruckheimer, creatore dello show, con questa storia? Forse l’intento di Hostages non è stato capito a fondo.

A quanto pare, la presenza di un cast di rilievo come Toni Collette (vincitrice di un Emmy e un Golden Globe per il ruolo di Tara nella serie United States of Tara) nei panni della dottoressa Sanders, Dylan McDermott (The Practice – Professione Avvocati e American Horror Story) e Tate Donovan (The OC, Damages) non ha aiutato lo show come il noto canale americano sperava. Bruckheimer ha basato Hostages su un format israeliano  ideato da Alon Aranya e Omri Givon per Channel 10, ma la serie non è mai stata prodotta.Quindici episodi per stagione erano troppi per snodare come si deve la trama di un serial politico complicato; si doveva puntare su un format più ristretto, come stanno facendo già alcune serie americane, prendendo spunto dai telefilm inglesi (un massimo di 12 episodi, tutti collegati tra loro, a stagione).

Per la CBS è stata una sfida posizionare Hostages di lunedì sera contro la forte competizione nella stessa fascia oraria di due hit come Castle della ABC, e The Blacklist della NBC. Ascolti in calo fin dalla seconda settimana di programmazione che hanno portato lo show a registrare a stento un 1.1 di rating e 5 milioni di telespettatori per il doppio finale di stagione – che molto probabilmente sarà corretto come finale di serie. I risultati non rientrano negli standard della CBS, abituata a numeri decisamente più alti, quindi Hostages sembra proprio che non vedrà una seconda stagione.

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.