300 – L’alba di un impero: pro e contro

LE OPINIONI SULL’ “EPICO” SEQUEL: DIFFERENTI, MA MOTIVATE

A 7 anni da 300, capolavoro di Zack Snyder, è arrivato sul grande schermo 300 – L’alba di un impero che racconta gli eventi avvenuti durante la battaglia di Capo Artemisio tra Greci e Persiani, svoltasi negli stessi giorni della battaglia delle Termopili. Fra i protagonisti della trama vi sono lo stratego ateniese Temistocle e la regina di Caria Artemisia I, alleata di Serse I di Persia.

La redazione, come spesso accade, ha opinioni molto diverse sulla pellicola:

1. Ti ha convinto il sequel?

Simone Bracci: onestamente molto lontano dai fasti del primo episodio, a questo nuovo capitolo, esperimento di prequel e sequel insieme, manca epos e pathos, entrambi lati essenziali della graphic novel prodotta da Frank Miller. E la grinta che trasudavano quei personaggi , qui è stata riproposta in scala nettamente inferiore, tanto che ancora tifiamo per l’impossibile impresa di Leonida e dei suoi 300 guerrieri.

Sandra Martone: nonostante il potentissimo impatto visivo in questo sequel dello storico 300 si vede che manca una base di sceneggiatura forte rispetto al primo. Il motivo di questa grande assenza è che lo stesso Frank Miller non ha finito di scrivere la graphic novel Xerses al quale questo secondo capitolo della saga avrebbe dovuto rifarsi. Al di là di questo c’è da dire che un lungometraggio di tale genere non deve per forza avere dalla sua un’eccelsa scrittura essendo, palesemente, un’opera di intrattenimento grazie alla quale i palati più mainstream si divertiranno, e non poco, nel vederlo.

2. L’attore sostituto di Leonida-Gerard Butler si è dimostrato all’altezza?

S.B.: purtroppo sotto questo punto di vista una fiasco totale, XY specialmente nella versione originale ha lasciato molto a desiderare, in performance e carisma, specie nel confronto col suo epico predecessore. Buono invece l’impatto di Eva Green e lo spazio maggiore concesso al Dio-uomo Serse, sovrano dei persiani.

S.M.: assolutamente no ma a fare le – vere – veci di Leonida arriva una stratosferica Artemisia I che risulta essere il personaggio più interessante del lungometraggio nonostante la banale interpretazione di Eva Green. Il Dio-Re Serse, sul quale si baserà la graphic novel ancora in essere di Frank Miller, in 300 – L’alba di un impero è ancora troppo abbozzato e forzatamente funzionale all’incipit per avere  una qualche reale valenza narrativa.

3. Grecia come gli Stati Uniti d’oggi, unico baluardo unito contro la malvagità simbolica del tempo. Sei d’accordo?

S.B.: in questo caso sì e no, naturalmente l’adattamento per un pubblico cinematografico universale ha reso necessario un trattamento di sceneggiatura specifico, ma si d’accordo a livello di fiction storica, no perché a differenza del primo capitolo in questo Rise of the empire il valore narrativo viene meno e con esso il ritmo. Diventa quindi terra di conquista, esposta in un film noioso in cui la convinzione profonda nella condizione di appartenenza nazionale traballa non poco. Questa Grecia non è Sparta e si vede.

S.M.: no, come non credo che questa metaforica visione del tutto appartenesse neanche a 300. Bisognerebbe, ogni tanto, limitarsi a vedere quel che c’è senza creare dietrologie inutili al puro fine dell’intrattenimento. Fine che, con meno classe e forza rispetto al suo prequel, 300 – Rise of empire, persegue con efficacia.

 

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