Divergent: recensione film

DIVERGENT, IL DESTINO DELL’UMANITÀ DIPENDE DA CHI SEI

divergent locandina filmGENERE: azione/fantascienza

DURATA: 139

USCITA IN SALA: 3 Aprile 2014

VOTO: 2,5 su 5

Signori e signore, vi presentiamo la nuova saga fantascientifica marcata Hollywood. Dopo l’incredibile successo di Hunger Games, non poteva infatti non cavalcare quell’onda di soldi lasciandosi sfuggire una trilogia letteraria che nello stile non è affatto dissimile dalla sopra citata. Divergent, il primo capitolo di quella che sicuramente sarà una narrazione cinematografica epica che prevede altri due episodi per concludere la storia, è l’ultima trovata americana per gli amanti dell’action fantasy dai temi impegnati ma dalla riuscita che preannuncia un bel “+ 14” scritto a caratteri cubitali sul ticket d’entrata nelle sale. E non perché ci siano scene vietate ai minori di 14, ma anzi proprio perché è un film dal target che parte davvero molto basso.

Protagonista del film è Beatrice Prior (Shailene Woodley), una giovane ragazza che vive in un epoca post-bellica in cui il mondo è stato distrutto e poi ricostruito su nuove basi sociali ed etiche. La popolazione è stata divisa in base alla propria personalità: tra Eruditi, quelli che si occupano di cultura, Abneganti, quelli che pensano più agli altri e per questo esercitano il potere esecutivo, gli Intrepidi, quelli che difendono dai pericoli, i Pacifici, quelli che sfamano la società, i Candidi, quelli che si dicono sempre la verità e che detengono la funzione legislativa. In un test sulla persona che le viene fatto per capire di che gruppo debba fare parte, Beatrice risulta una divergente, ovvero persone che hanno caratteristiche di tutti i gruppi e che sono ritenute pericolose perchè indomabili. Perseguitata da chi li vuole eliminare, entrerà a far parte dell’esercito di Intrepidi.

Divergent gioca intelligentemente su temi sociali di gran lunga attuali, come la paura di ciò che non conosciamo e non riusciamo quindi a domare: quello che chiamiamo diverso, fuori dalle righe sociali che ci hanno insegnato a non valicare. In uno scontro in cui bisogna far valere il proprio pensiero perché l’uomo è dotato di libero arbitrio e può usufruirne (a prescindere da chi voglia reprimerlo, se forze governative o innocui ma protettivi genitori), la protagonista è una ragazza alla ricerca di sé stessa in un mondo di incertezza dove tutto è deciso ma non capito nè voluto. Il regista Neil Burger si destreggia bene tra il ritmo dell’action e l’ambientazione fantasy, creando un’atmosfera cupa degna dei migliori film post-apocalittici ma facendo rimanere con i piedi ben piantati in un tempo percepito come non troppo lontano. Fin qui quindi, non male.

Lo sbaglio più grande che non può che influire drasticamente e negativamente sul film è intrinseco alla storia, dato che tutto il film gira attorno alla storia d’amore della ragazza e del capo dei Divergenti. Dal Burger de L’illusionistaLimitless ci aspettavamo un’analisi più approfondita del tormento di Beatrice, piuttosto che focalizzare la macchina da presa sulle scene di baci latenti e salvataggi tanto romantici quanto eclatanti dell’ultimo secondo. La colpa inconsapevole di Divergent è probabilmente l’essere uscito in sala dopo Hunger Games, che, posto al confronto, vince nettamente su tutti i fronti. Forse, ad apprezzarlo di più, sarà chi non ha letto neanche una pagina del libro. Ai posteri l’ardua sentenza.

 

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