Oculus: recensione film

L’UNICA IMMAGINE RIFLESSA NELLO SPECCHIO È DI UN ENNESIMO BANALE FILM DELL’ORRORE

oculus-locandinaGENERE: horror

DATA DI USCITA: 10 aprile

DURATA: 105′

VOTO: 2,5 su 5

‹‹Specchio specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?>> In Oculus non vi è alcun reame, nessuna bella e tantomeno una regina cattiva. In una scena si vede perfino una lucente mela rossa che fa assolutamente meno paura di quella mangiata da Biancaneve.

L’ultimo film dell’horror del regista Mike Flanagan è banale e soporifero. Nulli i colpi di scena e prive di pathos tutte le sequenze. La pazzia e il soprannaturale sono gli unici elementi che fanno capire allo spettatore di assistere ad uno spettacolo di genere horror.  Forse la stessa idea è data da quelle poche scene dove i personaggi maltrattano il loro corpo con pratiche disgustose. Per il resto la prevedibilità regna sovrana.

Due fratelli, Tim e Kylie, e una terribile vicenda. Dopo il brutale assasinio dei genitori il piccolo Tim viene accusato dell’omicidio e rinchiuso in carcere fino all’età di 21 anni. La vicenda si svolge infatti non appena il ragazzo esce, lui cerca di dimenticare mentre la sorella vuole trovare la verità. La giovane donna è convinta che il male risieda in un vecchio specchio comprato da suo padre. Dopo varie ricerche l’oggetto torna in possesso dei due fratelli disposti a scoprire cosa è accaduto quella notte di 10 anni fa. Nonostante il coraggio Tim e Kylie si accorgono che la loro infanzia e i vecchi fantasmi stanno tornando indietro. L’incubo pare non essere finito.

La storia non ha nulla di innovativo e tantomeno coinvolge per qualche particolare elemento. Buona l’idea invece di fondere il passato con il  presente, il tutto è sviluppato così bene da non confondere mai lo spettatore,  che sin da subito si trova catapultato nella vicenda della famiglia Russel. La nota stonata è la lentezza del film che fino alla fine resta su di un piano mobile, ci si aspetta qualcosa che non accade mai. Poi la presenza maligna nello specchio appare così intelligente da sembrare davvero troppo irreale. Perfetta invece la fine, il cerchio tra passato e presente continua non chiudendosi, ma lasciando entrare al suo interno uno sgurado al futuo. L’idea non era male,  ma più si va avanti con la visione e più il film risulta l’ennesimo horror che siamo abituati a vedere sullo schermo. Usciti dalla sala l’unico pensiero è quello di far sparire dalle case delle nonne tutti gli specchi simili a quello, non si sa mai!

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