Gabriele Muccino e il punto di vista americano sul doppiaggio italiano

IL REGISTA ITALIANO GABRIELE MUCCINO, IMPEGNATO A LOS ANGELES SUL SET DEL FILM FATHERS AND DAUGHTERS, DICE LA SUA SUL DOPPIAGGIO DI CASA NOSTRA

gabriele-muccino1Meglio un film doppiato o in lingua originale? Sicuramente è meglio vedere una pellicola in lingua originale, magari sottotitolata, per non perdersi i significati nascosti, le gag e le tipiche espressioni idiomatiche. C’è però chi non mastica bene una lingua come l’inglese, ed è per questo che nasce il doppiaggio, proprio per permettere ai meno pratici di guardare il loro film preferito in italiano. È anche vero, però, che certi film meritano di esser visti in lingua originale.

È su questo che si è battuto Gabriele Muccino, attualmente negli States per girare il suo quarto film in lingua, Fathers And Daughters, affermando senza mezzi termini che “Vedere un film doppiato è come spararsi in bocca perché mesi di lavoro del regista vengono annientati”, spiega l’autore de L’Ultimo Bacio, “ho visto migliaia di film nella mia vita. Molti film doppiati in italiano li ho rivisti a distanza di molto tempo in inglese e l’esperienza è stata incomparabile.”

Il film che ha scatenato la lite con Selvaggia Lucarelli, che si è sentita il dovere di intervenire in difesa dei doppiatori italiani, è stato Her di Spike Jonze. Secondo il regista, doppiare Scarlett Johansson, che dava voce al computer Samantha, ha impigrito il pubblico e ha perso tutto il carisma che aveva l’attrice nel film, aggiungendo che è stato come vedere Modugno cantare “Volare” doppiato in tedesco o Vittorio Gassman e Mastroianni o Anna Magnani recitare doppiati in iraniano.È bastato questo per scatenare una polemica tra i doppiatori italiani, che si sono sentiti offesi per un lavoro che svolgono da decenni, e il regista, che a difesa della sua tesi ha poi replicato sul suo profilo Facebook, “Il mio è solo un discorso di ordine culturale per permettere alle migliaia di stranieri che vivono in Italia di andare al cinema e vedere film nella loro lingua o sottotitolati e agli italiani di vedere come recitano sul serio gli attori che pensano di conoscere, ma non conoscono realmente visto che ascoltano la voce di dei soliti doppiatori sovrapposta a talmente tanti attori da renderli tutti uguali.”

I doppiatori sono consapevoli che con il doppiaggio si corrono dei rischi, perché si va a “modificare” un’opera pura al fine di permettere che utenti che non famigliarizzano con la lingua originale, possano godere del prodotto tradotto e doppiato. Per questo si dà la possibilità di usare il sottotitolo, permettendo la visione del film mentre si legge il testo. Roberto Chevalier, voce di Tom Cruise, Tom Hanks e John Travolta, ha inoltre aggiunto, “I sottotitoli sottraggono qualcosa alla visione, quanto a Muccino dovrebbe essere più coerente: se è così contrario dovrebbe imporre alle distribuzioni che i suoi film americani uscissero in Italia in lingua originale”.

fathers-and-daughters-muccinoLa prima esperienza di Gabriele Muccino con il cinema americano risale a La Ricerca della Felicità, con cui sbanca il botteghino a Hollywood. Dopo sono seguite le pellicole Sette Anime e Quello Che So Sull’Amore. Con Fathers and Daughters, il regista ammette di aver riscoperto la passione per il cinema, “Questo film mi ha ridato la vita”. Un cast di divi internazionali, a partire da Russell Crowe, Amanda Seyfried, Jane Fonda, Diane Kruger, Octavia Spencer, Aaron Paul e infine Quvenzhane Wallis, la giovanissima candidata all’Oscar 2013 per Re delle terre selvagge. “Giro in totale indipendenza, con attori straordinari, una storia bellissima. Se qualcuno alla fine avrà sbagliato, sarò stato solo io”, continua Muccino. “È bello riscoprire la passione, trovarsi in un film in cui ti senti te stesso.” Il film è uno di quei copioni che circolavano da anni fra gli studios, apprezzati, ma mai realizzati. Conteso da alcuni, alla fine Muccino l’ha spuntata, insieme al produttore Craig Flores e alla sua compagnia Voltage, quella di Dallas Buyers Club. L’ex Gladiatore Crowe interpreta uno scrittore che soffre di disturbi psichici a causa di un incidente d’auto che ha visto morire l’amata moglie. Solo, con un romanzo fallimentare e con una figlia a carico, l’uomo viene ricoverato in un ospedale psichiatrico, tanto da dover affidare la bambina alla zia materna. Una volta tornato in libertà, farà di tutto per riavere quella figlia ormai cresciuta.

Il doppiaggio italiano del film è stato stroncato dallo stesso Muccino, mostrando un’imperfezione in un passaggio in cui Jane Fonda si riferisce a Russell Crowe con una espressione tipicamente americana, che il traduttore ha fatto del suo meglio per trasportare nella nostra lingua, rendendo sicuramente l’idea. La frase è “you son of a gun”, letteralmente tradotto “tu figlio di una pistola”, arma molto utilizzata nell’America dei pionieri e dei cow boy, che viene trasposto in “figlio di buona donna”, che ha un senso culturale per noi in quanto espressione estremamente diffusa.

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Commenti a parte, Fathers and Daughters rappresenta il film della riscossa per Muccino, dopo la delusione per Quello che so sull’amore (Playing For Keeps), titolo stroncato dalla critica e zoppicante in sala. Un insuccesso che scaricò direttamente sui produttori, e dal quale restò profondamente deluso dal mondo di Hollywood e dal suo restare troppo incollato al suo genere. “Un film come questo [Fathers and Daughters] è un miracolo, a Hollywood gli studios non ne fanno più, si pensa solo al botteghino, deve piacere a tutti e si perde l’originalità.”
Un film a low budget per gli standard statunitensi, 16 milioni di dollari, raccolti con le prevendite in quasi tutti i paesi del mondo (tranne gli USA) dopo la presentazione, a Cannes, di 15 minuti del film, l’uscita nelle sale di Fathers and Daughters è prevista per il prossimo anno.

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.