Fermoimmagine: Il musical e la Hollywood degli anni 30

CON IL CINEMA SONORO NASCE UN GENERE IN GRADO DI RIVOLUZIONARE LO STUDIO SYSTEM

the jazz singerIl film che sancisce la nascita del cinema sonoro e il futuro della settima arte arriva nel 1927: Il cantante di Jazz è un successo clamoroso e la prima pellicola in assoluto a presentare una scena di dialogo e brani cantati. A contribuire alla riuscita del progetto è soprattutto la scelta del protagonista, Al Jolson, cantautore popolarissimo che nel film interpreta ben cinque canzoni tra le più celebri del suo repertorio. Prodotto dai fratelli Warner e diretto da Alan Crosland, Il cantante di Jazz scatena una folle corsa ai brevetti tra le maggiori case di produzione, decretando la fine del cinema muto.

La nascita del musical non è quindi solo una diretta conseguenza della nuova tecnologia disponibile, ma un naturale proseguimento (e perfezionamento) dei primi passi del genere. Sin da subito ottiene un ruolo importantissimo nello Studio System hollywoodiano, evolvendosi nell’arco di pochi anni: se i primi esperimenti si limitano a sequenze ben studiate di svariati numeri musicali, nei cosiddetti musical rivista, ben presto le storie si fanno più complesse.

I musical-operetta ad esempio ambientano le vicende, i canti e le coreografie in luoghi di fantasia, mentre i musical dietro le quinte raccontano il retroscena della preparazione di uno spettacolo, giustificando ciascun numero come un’esibizione programmata dei vari personaggi. I musical integrati infine, calano canti e balli in situazioni comuni e nella vita quotidiana dei protagonisti. Nella maggior parte dei casi un film approfitta sia di numeri integrati che dietro le quinte per movimentare la trama, piuttosto che prediligere una sola tipologia.

Il musical dietro le quinte diventa presto un classico e trova la sua canonizzazione in una serie di film della Warner Bros coreografati da Busby Berkeley: in particolare Quarantaduesima strada di Lloyd Bacon, nel 1933, fissa molte convenzioni del genere. Berkeley diventa famoso soprattutto per le sue coreografie complesse e corali “a caleidoscopio”. Riprese dall’alto, posizionando la cinepresa su una piattaforma sospesa in cima a un braccio meccanico, riescono a emozionare il pubblico e a stupire la critica.

Anche la Fox (che diventa 20th Century Fox nel 1935), negli anni Trenta basa i suoi profitti quasi esclusivamente sul musical, grazie alla bravura della piccola Shirley Temple. Principale attrazione della casa produttrice, l’attrice conquista il primato assoluto di incassi dal 1935 al 1938. I musical più popolari sono però quelli coreografati da Hermes Pan con protagonisti Fred Astaire e Ginger Rogers, prodotti dalla RKO. I due ballerini prendono parte a nove film nel corso del decennio e, che si tratti di musical dietro le quinte o integrati, mettono sempre in scena una storia d’amore tra i loro personaggi, destinati a stare insieme per la bravura reciproca e la perfetta armonia nel ballo.

Negli stessi anni anche la Metro Goldwyn Mayer apporta il suo contributo al genere, producendo parecchi film ambientati dietro le quinte di uno spettacolo e scoprendo la star Gene Kelly, ballerino molto atletico ed energico, con uno stile di danza completamente opposto alla leggerezza di Astaire. Non bisogna dimenticare poi che è la MGM a produrre Il mago di Oz, il più celebre musical di fantasia del decennio che nel 1939 dona la fama a Judy Garland.

 

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