Posh: recensione film

UN CAST DI GIOVANI PROMESSE PER UN FILM DI ROTTURA SUL MONDO DEI NUOVI ARISTOCRATICI

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GENERE: drammatico

DATA DI USCITA: 25 settembre 2014

DURATA: 107’

VOTO: 3 su 5

Il Riot Club è costituito da pochi eletti, magari anche dotati di un certo fascino, scelti all’interno dell’università di Oxford con lo scopo di riunire le menti più brillanti e promettenti di Inghilterra.

Progetto ambizioso, questo è certo, ma ciò che non è chiaro è quanto queste menti brillanti sprechino i loro preziosi, ma soprattutto costosi, neuroni sui libri piuttosto che su bottiglie di champagne o strisce ben piazzate di cocaina, magari guarnendo il tutto con prostitute dai gusti fin troppo raffinati.

 
Ora il mondo dei “belli belli in modo assurdo” che ci viene proposto dalla regista danese Lone Scherfig, già nota per aver dato vita a due pellicole ben riuscite come An Education e One Day, si fa sicuramente forza della popolarità mainstream dei suoi interpreti, ai quali possiamo abbinare tranquillamente un blockbuster ciascuno: Sam ClaflinHunger Games, Douglas BoothRomeo and Juliet, Max IronsThe Host. I ragazzi di Posh oltre che essere piuttosto prestanti non deludono dal punto di vista interpretativo. La caratterizzazione dei personaggi non è estremamente introspettiva, questo è sicuro, ma rende l’idea e l’equilibrio che si viene a creare all’interno del gruppo testosteronicamente British è abbastanza costante per tutta la durata della pellicola.

Nota dolente del film può ritrovarsi forse nell’aspetto fin troppo carismatico che viene dato all’eccesso e alla violenza. Allontanandoci dal moralismo più squallido, va però sottolineato che essendo un prodotto destinato ad un pubblico costituito più che altro da teenager, la sequenza del film in cui le cose iniziano ad andare male ai nostri bellocci incravattati passa inevitabilmente in secondo piano, enfatizzando la fase sesso, droga e rock‘n roll. Il tutto però viene placato dalla figura femminile di Lauren, aggiunta ex novo dalla regista e dalla produzione, che si rivela il ponte costante verso una correttezza giovanile concreta, esempio di una condotta meno glamour ma di sicuro più “usuale” ed educativa.

Nonostante questo piccolo dettaglio, in effetti riflettendoci di matti scatenati nel mondo del cinema ne abbiamo visti parecchi, forse anche più crudeli e diseducativi, quindi dare l’arduo compito di addomesticare le masse ai nostri ragazzi Posh è piuttosto folle ed ingiusto, la pellicola scorre bene, garantendo un intrattenimento insolito e di rottura.

 

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"Io ci vedo...un rinoceronte!"