I due volti di Gennaio: recensione film

I DUE VOLTI DI GENNAIO, ESORDIO ALLA REGIA DELLO SCENEGGIATORE DI “DRIVE”

i due volti di gennaio locandina filmGENERE: thriller

DURATA: 96′

USCITA IN SALA: 9 Ottobre 2014

VOTO: 3 su 5

Un viaggio, una fuga, un’altra vita. Una coppia di coniugi americani si ritrova in Europa, in Grecia, apparentemente in visita turistica. A creare insidia tra i due arriva Rydal, giovane di origine statunitensi che si occuperà di fargli da guida, non senza un secondo fine che si percepisce fin dalle prime scene. I due volti di Gennaio infatti, apre il sipario con un’atmosfera di tensione percepibile che il film si porterà fino alle sue ultime battute, puntando molto sui chiaro-scuri, sul detto non detto, sull’intuizione avuta da uno sguardo o da un gesto che rivelano ciò che le parole non dicono. Un continuo succedersi di eventi che senza troppa fretta fanno prendere corpo ad un thriller dal tono noir, che potrebbe spiccare il volo in qualunque momento anche se in realtà – un po’ per paura, un po’ per pigrizia – non oserà davvero lanciarsi nel vuoto.

Chester (Viggo Mortensen) e Colette (Kirsten Dunst) MacFarland stanno infatti fuggendo da un segreto che potrebbe costargli la vita. Quando Rydal (Oscar Isaac) capisce che nascondono qualcosa, cercherà ancor di più di mettersi in mezzo con furbizia, per ottenere un vantaggio inaspettato ma che non vuole lasciarsi sfuggire. Non solo quindi Chester deve tenere gli occhi aperti dalle persone che lo stanno cercando, ma anche nel suo stesso talamo nuziale. Il regista Hossein Amini – sceneggiatore di Drive, 47 Ronin, per la prima volta dietro la macchina da presa – punta tutto sull’ambiguità del genere umano, sulle maschere che in qualunque momento possiamo assumere, e su quanto esse possano incidere sulla nostra vita. Perchè se è vero che un thriller si forma sui fatti e prende spunto da situazioni al limite della violenza, d’altra parte è pur vero che ancor più intrigante è quando la situazione degenera in maniera psicologica, lasciando che gli eventi si cuociano nel loro brodo con una fiamma discreta, mettendo ogni tanto un ingrediente nuovo ma senza rivelarne il segreto.

Questo è I due volti di Gennaio, adattamento del romanzo di Patricia Highsmith, autrice tra gli altri del best seller Il talento di Mister Ripley, che si identifica come un debutto interessante anche se il regista deve ancora farne di strada e di pratica e sopratutto percorrere il sentiero di uno stile personale svincolato dai caratteri classici del genere. Perchè a dirla tutta, la riuscita di questo film si deve più di ogni altra cosa a delle interpretazioni convincenti del navigato trio di riferimento e ad un uso lungimirante e abile del colore e dell’ambientazione.

 

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