La Mamma è al Cinema: un festival per divertirsi e riflettere

NONA EDIZIONE ALL’INSEGNA DELL’INTRATTENIMENTO DI QUALITÀ

escobarIl Festival , o Festa, Internazionale del Film di Roma è iniziato giovedì. Red carpet, ragazzine inseguono loro idoli, ragazze diversamente giovani, fingendo una certa indifferenza, buttano l’occhio sul buon Richard Gere e il bad Benicio del Toro. La domenica i bambini salutano il pupazzo di Doraemond come se fosse vero. I festival sono anche questo: colori, musica, faccio cose e vedo gente. Per gli appassionati di cinema, e gli addetti ai lavori, è coinvolgimento a più livelli: professionale, emotivo. Siamo tutti grandi conoscitori di cinema, tutti un po’ critici, durante i festival. Quest’anno, complici improvvisi malori delle tre piccole canaglie, e altri impegni di lavoro (tra cui il mio esordio alla regia!), ho visto ancora pochi film. Ma ho seguito diversi incontri, masterclass, e qualche chiacchiera spontanea con alcuni registi.

Il primo film che ho visto è We are Young. We are strong: diretto dal 34enne di origine afgana Burhan Qurbani, la pellicola racconta una lunga calda giornata dell’agosto del 1992, quando a Rostock (ex Germania dell’Est) una manifestazione contro gli immigrati richiedenti asilo si trasforma in una notte di fuoco. Il regista, promessa del cinema tedesco, già premiato a Berlino per la sua opera prima, racconta però questa storia in modo profondo ed originale, seguendo un gruppetto di giovani che, complici la noia, la solitudine, la paura, la rabbia, si trasformano, quasi senza rendersene conto, in un manipolo di neo nazisti. E lo fa passando da un bianco e nero prezioso al colore della violenza, attraverso una giornata che si srotola tra bullismo, tenerezze, musica, e un gran senso di vuoto.

Inadeguatezza. Questo salta agli occhi e al cuore. Inadeguatezza di questi giovani a sostenere la vita, e dei loro genitori a riconoscerne le paure, ad esserci. Burhan Qurbani, quando lo incontro, mi presenta i suoi genitori afgani e suo fratello. Gli dico che il film è forte, molto coinvolgente, e che mi ha colpito perché lui è giovane. E lui mi risponde: I’m not so yung (non sono poi così giovane). Questo mi colpisce: ha ragione lui. I nostri nonni e padri, a 34 anni erano uomini “fatti”. Allora, mi dico, c’è un problema di percezione.

Andrea di stefanoEffettivamente uno a 34 anni cosa è? Un giovane uomo, una giovane donna, ma non un ragazzo. A 34 anni abbiamo accumulato abbastanza esperienza per dirci adulti, e quindi affrontare apertamente certi temi, metterli nero su bianco. Questo mi sembra che manchi nel nostro Paese: siamo tutti “giovani” registi, giornalisti, scrittori….Invece, passati i 30 anni, siamo noi a dover parlare, dire, fare. Questo mi ha chiarito Burhan: non dobbiamo aspettare, ma fare, raccontare, costruire. E lui lo ha fatto così bene, con coraggio. Ha detto: “in ogni momento storico, nell’uomo, si può nascondere il mostro, ed uscire”. E guardo alla manifestazione della Lega Nord contro gli immigrati. Eccolo “il mostro”: lanciare messaggi di odio, di distanza umana, di presunzione.

Catalizzare la rabbia, la frustrazione, in un momento come questo, è facile, e vergognoso anche. Quindi grazie Burhan, per avermi ricordato che siamo noi i responsabili di ciò che succede, anche restando inermi e zitti. E grazie ad Andrea Di Stefano, regista italiano, 42 anni, alla sua opera prima con un cast internazionale. Escobar: paradise lost, vanta protagonisti come Benicio del Toro e Josh Hutcherson. Al di là del film, forte, imponente, anche lui ci ha detto qualcosa: volete fare un film internazionale? Invece di lagnarsi, agite!

 

About Ylenia Politano 159 Articoli
Ylenia Politano, giornalista, si occupa da diversi anni di cultura, lifestyle e cinema. Mamma di tre creature e moglie di un attore, tra un asilo, uno scuolabus, una piscina e feste con 20 bambini di età compresa tra 1 e 9 anni, torna al suo primo amore, il cinema. Interviste, recensioni, riflessioni. Grandi maestri e nuovi talenti. Incursioni qua e là. Set, anteprime, backstage. Quando la mamma non c’è…”la mamma è al cinema!”