Roma Film Fest 2014 – Ragazzi: recensione film (Wired Next cinema)

RAGAZZI: UNA SINFONIA DISTORTA E DISAGIATA CHE SBIADISCE PERSINO LA POETICA PASOLINIANA

VOTO: 2/5

Ragazzi è una sinfonia distorta e disagiata, a tratti anche psichedelica, che a parte le immagini ben studiate e alcuni brandelli di colonna sonora ripresa dai Led Zeppelin, per il resto risulta noiosa e inconcludente.

Il regista, Raùl Perrone, divide la pellicola in due movimenti: nel primo riporta alla memoria l’ultimo giorno di vita di Pierpaolo Pasolini e lo fa dal punto di vista del suo carnefice,mentre nel secondo i protagonisti sono un gruppo di ragazzi che lavora nelle strade di Cordoba e gioca lungo un fiume. In un caldo pomeriggio d’estate vengono evocate le parole di Pasolini recitate da Raùl Perrone.

Un’opera interamente in bianco e nero che nel ricercare la vena poetica finisce per essere l’ennesimo tentativo pretenzioso di portare sullo schermo un intellettualismo stereotipato e dai contorni sfumati. Quell’intellettualismo di cui tanto parlava Pasolini, tracciandone con cura le macchie e le ombre che come grossi errori finivano per travolgere una società ferma, statica nel pensiero e incapace di esprimersi fuori dal gruppo.

Il film di Raùl Perrone parte già stanco e sottotono perdendosi in un delirio psichedelico che riesce solo ad anestetizzare lo spettatore. Il disagio sembra l’unico elemento ben rappresentato, forse quello che pretendeva di rappresentare il regista era la tragedia umana e antropologica, una tragedia talmente staccata dal contesto stesso che non si percepisce.

Belle le immagine e la loro scelta, bello il movimento che a sprazzi si crea con le stesse, ma in finale incapaci di arrivare e di lasciarsi capire. Persino le parole di Pasolini perdono quella forza e quella carica a cui siamo abituati, parole solo parole. E pensare che fu il verbo il grande strumento dell’intellettuale, furono i discorsi, la comunicazione e le parole a renderlo immenso.

Ragazzi cade da subito arrivando alla fine stremato. Lento, lentissimo e incapace di esprimere ed esprimersi.

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