Trash: recensione film

TRASH, LA FAVOLA SPORCATA DALLA REALTÀ DI STEPHEN DALDRY

trash locandina film 2014GENERE: avventura

DURATA: 112 minuti

USCITA IN SALA: 27 novembre 2014

VOTO: 3,5 su 5

Si sente puzza nell’aria quando si parla di favelas, le immagini che giungo nella mente sono luride. Luride come il posto, una baraccopoli umana a cielo aperto appena fuori Rio de Janeiro. Un posto che si è cercato di rivalutare in tutti i modi, di renderlo più gradevole e di non farlo apparire come quel che infondo sappiamo essere: un inferno di persone che vivono in condizioni umane disperate. La fame, la sete, la salute, la vita. Ogni cosa è a rischio li, ogni giorno potrebbe essere l’ultimo. Niente e nessuno può salvare quelli che ci nascono se non loro stessi, fautori di un destino che già si preannuncia tutto in salita. Ma buttando un po di realismo nell’aria, quanti davvero possono sperare in un futuro migliore?

Rafael e Gabriel sono due ragazzi nati in quel posto che si guadagnano da vivere cercando oggetti di valore nella discarica di rifiuti sita davanti le loro abitazioni. Un giorno Rafael trova un portafoglio pieno di soldi e con degli oggetti misteriosi dentro, e quando la polizia arriva e capisce che sta cercando quello che lui ha trovato, comincia ad indagare su cosa nasconda quel ‘tesoro’ che ha tra le mani. La polizia infatti non è ben vista dalla gente del posto, la corruzione domina e nessuno li protegge da niente. Insieme all’amico Rat, i giovani decidono di andare fino in fondo alla questione, costi quel che costi. La decisione presa cambierà in modo drastico le loro vite, e pagheranno a caro prezzo il loro segreto.

La camera da presa di Stephen Daldry rende protagonista ancora una volta la nuova generazione, forse perché la vita vista dagli occhi dei più piccoli brilla di una luce diversa. I bambini riescono a sognare anche se quella che stanno vivendo è una favola sporcata dalla realtà delle cose, e così Trash racconta l’avventura o forse una corsa contro il tempo alla ricerca di giustizia. Una giustizia che a Rio non esiste o almeno non è quello che sembra, dove l’opinione pubblica è tenuta sotto controllo e i dissidenti imprigionati. Le rivolte del popolo vengono sedate con la violenza, un po’ come quelle immagini che giravano in tv prima dell’inizio dei Mondiali di Calcio di quest’anno.

Il racconto è intenso, vissuto in prima persona in modo avvincente, impossibile resistere immobili sulla poltrona dei cinema davanti alle torture che i poliziotti infliggono a chi non vuole parlare. La sceneggiatura di Richard Curtis cattura l’attenzione e la sensibilità di un ampio target di pubblico, e immerge in un mondo dove la giustizia sociale è l’unica via d’uscita per desiderare un domani diverso. Solo un maestro come lui poteva saper esattamente quali corde toccare per smuovere i cuori, e Daldry non può che immortalare quei momenti nei quali all’alta tensione si uniscono scene di una delicatezza tale da rimanere impresse.

 

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