Il ragazzo invisibile: recensione film

ilragazzoinvisibileIL RAGAZZO INVISIBILE: UNA FANTASTICA AVVENTURA FIRMATA GABRIELE SALVATORES

GENERE: fantasy

DURATA: 100 minuti

DATA DI USCITA: 18 dicembre 2014

VOTO: 3,5 su 5

Applausi. Si in questo caso servono, assolutamente. Gabriele Salvatores ha sfidato gli schemi, ha sognato, e per la prima volta in Italia, ha consegnato un prodotto tipico del mercato Americano. Anche lo stivale ha finalmente il suo supereroe ed in questo caso ha le sembianze di Michele, un ragazzino di Trieste piuttosto impopolare, che scoprirà di avere il superpotere dell’invisibilità, di essere più forte di quanto non lo sia mai stato e che forse il coraggio che prima era nascosto nel suo cuore, finalmente inizia ad urlare e a dare vita al guerriero versione teenager che nessuno si aspettava.

Tra russi, spie, mamma Golino e un Bentivoglio inquietante, si racconta la storia del “Ragazzo Invisibile”, un giovane che deve affrontare le conseguenze del canonico dilemma dono/maledizione, al quale tutti gli eroi dei cinecomic in genere prima o poi sono sottoposti.
Ludovico Girardello è perfetto nei panni di Michele, forse troppo bambino per un ruolo che richiede parecchie responsabilità, in quanto primo baluardo di un cinema italiano che finalmente sfida le barriere della commedia, del dramma o del polpettone d’autore promuovendo un’idea meravigliosamente azzardata. Quella di portare il genere fantasy anche da noi, ed in fondo, dopo tanti anni di prodotti uguali e stantii, un po’ ce lo meritiamo.

Non mancano i problemi in questo film, e dopo tanti elogi tocca scrivere anche ciò che non va. Per una volta ci leviamo la maschera da critici supponenti e cerchiamo solo di essere costruttivi, piuttosto che distruttivi. Il Ragazzo Invisibile è un cinecomic tutto italiano. Da cosa lo capiamo? Forse da un’eccessiva lentezza nella narrazione e l’ostentazione di dinamiche che strizzano l’occhio al cinema d’autore, il rischio è alto, anzi altissimo per quanto riguarda gli effetti speciali, assolutamente straordinari, ma poco sviluppato nell’intreccio narrativo, che mette troppa carne al fuoco per i nostri gusti e perde un po’ l’aspetto “Blockbusteriano” che si intende dare al film. O almeno questo è quello che crediamo.

Ribadiamo gli applausi dunque. La standing ovation per Salvatores, che ci ha ci ha messo il cuore ed è riuscito a consegnare l’innovazione all’Italia. Ora quello che ne sarà di questo film, come il suo regista stesso ha ribadito in numerose conferenze stampa, spetta a noi. E quello che vi consigliamo è crediamoci. Per una volta ragazzi, crediamoci.

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"Io ci vedo...un rinoceronte!"