Difret – Il coraggio per cambiare: recensione film

DIFRET: ANGELINA JOLIE PRODUCE UN FILM SUL CORAGGIO DI ROMPERE CON LE TRADIZIONI PER GUARDARE AL FUTURO DELLE DONNE ETIOPI

 

DifretGENERE: drammatico

DURATA: 99 minuti

DATA DI USCITA: 22 gennaio 2015

VOTO: 3,5 su 5

 

Hirut nel 1996 è solo una quattordicenne, ma dimostra di avere un coraggio straordinario: rapita, picchiata e stuprata dall’uomo che vuole sposarla e che con questo suo atto di violenza porta avanti una delle più antiche tradizioni etiopi, la giovane si difende uccidendolo. Ma non è ancora salva: da una parte l’aspetta la collera dei parenti del ragazzo, che vogliono vendicarlo con la sua morte, dall’altra il carcere a vita come previsto dalla legge. In sua tutela interviene Meaza, giovane avvocatessa dell’associazione Andenet, che si occupa di prestare assistenza legale a chi non può permetterselo. Le due si batteranno insieme per far applicare la legge ufficiale del Paese e dimostrare che Hirut ha agito per legittima difesa.

Difret – Il coraggio per cambiare è un film dalla straordinaria potenza comunicativa, che ha catturato l’attenzione di Angelina Jolie, da sempre attenta alle cause umanitarie, tanto da diventarne produttrice. Qui si mostra una parte di mondo in cui le donne lottano ogni giorno per l’affermazione dei propri diritti in una società in cui, purtroppo, ancora oggi in pochi si affidano alla legge ma preferiscono dar ragione a quei consigli composti da soli uomini che rappresentano un passato che non riesce ad estinguersi. “Difret” vuol dire coraggio, e rappresenta il coraggio di quelle donne che dicono basta alle tradizioni discriminatorie nei loro confronti, che lottano per l’affermazione dei propri diritti, che non vogliono essere seconde agli uomini in un Paese che cerca lentamente di superare le barriere del maschilismo.

Le attrici sono abilissime nei loro ruoli. Meron Getnet, dalla carriera già avviata, in Etiopia è molto conosciuta e ricercata, ma ancora più pregevole è l’interpretazione della giovane Tizita Hagere, che alla sua prima prova recitativa in un ruolo sicuramente non semplice, dimostra di non essere da meno della matura collega. Le due vestono i panni di due donne che per la propria libertà hanno rinunciato a molto, prima di tutto alla famiglia, una per scelta l’altra per obbligo, rompendo con le tradizioni della propria terra.

Ma Difret è anche il coraggio di un giovane etiope, il regista Zeresenay Berhane Mehari, da anni trasferitosi negli Stati Uniti, che si è battuto affinché questo film fosse girato nel suo Paese nonostante l’industria cinematografica nazionale sia ancora poco sviluppata e sia difficile reperire troupe all’altezza e attrezzatura: una determinazione che gli è valsa il Premio del pubblico al Sundance e al Festival di Berlino.

Ma soprattutto è il coraggio dimostrato nel portare in scena in modo assolutamente obiettivo, mai melenso, ma toccante, una battaglia ancora in corso sul raggiungimento dell’uguaglianza dei diritti tra uomo e donna che non può non avvenire se non rompendo con il passato: la storia vera della piccola Hirut e di Meaza Ashenafi (che nel 2003 ha ricevuto il Premio Nobel Africano – The Hunger Projects Prize) è lo specchio di una realtà in lenta trasformazione, di una società in cui il desiderio di cambiare è più forte delle tradizioni.

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