Seul Contre Tous: il debutto di Gaspar Noè

IL FLUSSO DI COSCIENZA DI UN PERVERSO E SENSIBILE MACELLAIO

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Una premessa sulla morale è dovuta. Gaspar Noè nel suo primo lungometraggio vuole raccontare e spiegare che cos’è la morale secondo lui. E la morale è la violenza, è l’atto del più forte sul più debole, la morale è un privilegio per pochi, privilegiati e ricchi. Allora cosa deve fare l’uomo per poter imporre la sua di morale? Egli deve colpire e sparare per liberarsi dalla supremazia di quei pochi. Qui la morale intesa come coscienza, distinzione di bene e male non trova spazio, come non lo trova nella vita del nostro “boucher”, del nostro macellaio equino.

Una vita intera. Tutta narrata da semplici immagini, semplici foto di case, di edifici e foto di famiglia. Una vita intera, solo contro tutti, quella di un macellaio, vittima e carnefice. Questo boucher, interpretato da Philippe Nohel, ha reagito alle violenze, alle ingiustizie ed è finito con il crearne. Con pochi ma ben saldi sogni, purtroppo infranti, è dovuto scendere a compromessi, a dover crogiolarsi in fantasie pornografiche in un piccolo cinema. A fantasticare enorme violenza sull’individuo a lui più prossimo, senza che questo ne sia veramente colpevole.

Subisce molto questo macellaio francese, ma la sua esplosione è in agguato e la reazione sarà direttamente proporzionale all’enorme carico di sfiducia e rabbia che possiede nell’animo.
Di natura violenta e perversa, opportunista e misera, quest’uomo ha mille difetti e forse solo una qualità: è il nostro protagonista. I suoi pensieri narrano la vicenda, la sua voce giudica, riflette su ciò che ha attorno, e noi ne diventiamo immediatamente complici. Complici dell’enorme ingiustizia subita e imposta e della grande scorrettezza di un carnefice dalle fantasie incestuose che commette l’atto più deprecabile in modo irreparabile.

Ed è qui che sta l’enorme qualità di Seul contre tous (Solo contro tutti) di Gaspar Noè: Noi siamo complici di quel marcio, noi patteggiamo per quel marcio e come con raziocinio lo condanniamo, allo stesso tempo, con un’emotività rapita da una tecnica registica, vi partecipiamo. L’essere a conoscenza dei pensieri di un puttaniere, potenziale omicida, violento e sanguinoso uomo, fa si che ai nostri occhi il tutto non sia in fondo così condannabile, anche se sappiamo che non è così. Entrare  nella figura di un uomo dalla discutibilissima condotta, ci fa rendere conto di tutte quelle sfaccettature che non prenderemmo nemmeno in considerazione se venissimo a conoscenza dell’atto violento in sé, senza sapere la causa scatenante.

Il nostro boucher è il risultato di una vita non facile, una vita che ha dovuto crearsi da  solo, lavorando sodo ogni giorno e che perde sempre per lo stesso motivo: un’inclinazione alla violenza. Nonostante la sua vita sia stata dedidicata all’amorevole e morbosa cura nei confronti della figlia e al sostentamento placido e tranquillo in quel mondo di carne equina maciullata, impacchettata e venduta, è costretto pagare la sua natura e a dover sopravvivere.

Seul_contre_tousSeul contre tous è il seguito del mediometraggio Carne, dove è sempre protagonista questo macellaio senza nome. La visione di questo mediometraggio, che nel ’91 vinse il premio della Settimana della Critica al Festival di Cannes, aiuterà meglio a capire le sfortunate vicende che sono accadute poco prima dei fatti narrati dal film in questione. Il film è un crudo e diretto ritratto della realtà, Gaspar Noè si sposta all’interno del racconto con uno stile che è pronto a mostrare tutto, muovendosi con la velocità di un proiettile e gli effetti di un vero e proprio pugno allo stomaco. Ciò che mostra ha infatti il potere di contorcerlo, lo stomaco, e turbare fortemente lo spettatore senza il timore  di essere vero. Noè parla direttamente al pubblico,  esprimendo visivamente  e con estrema chiarezza  le centinaia di pensieri confusi che portano alla scelta di un’opera sanguinosa.

 

Quest’opera,  poco conosciuta in Italia, ha avuto un grande successo internazionale e nonostante abbia vinto, come il mediometraggio che lo introduce, il Premio Mercedes-Benz alla settimana della critica del festival di Cannes, non ha trovato un’edizione italiana, avendo una misera programmazione solo in fascia notturna nella televisione nostrana. Il regista francese dopo la sofferta produzione di questa pellicola, per la quale ha impiegato cinque anni per trovare i fondi, troverà un certo riscontro che gli permetterà di accedere alle grandi produzioni lavorando con Monica Bellucci e Vincent Cassel nello scandaloso Irrèversible, anch’esso caratterizzato da uno stile crudo e controverso. Stile che tornerà in maniera più surreale e psichedelica, ma rimanendo sempre originale, in Enter the Void, un colossal dalla grande durata e dal grande successo.

Seul contre tous è un film scomodo che non mette per niente a proprio agio, e che ha il grande merito di privare lo spettatore dell’obiettività e della sua soggettività dandogliene un’altra, forte, cattiva, violenta e perversa, com’è il suo protagonista. E questo lo rende, ancor prima di tutte le altre sue qualità, un vero capolavoro da andare a riscoprire.

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