Cinema a pagamento: siamo alla frutta!


SCANDALOSO PAGARE PER LAVORARE…E C’È CHI PUBBLICA LA NOTIZIA

nosferatuAvete presente quel detto un pò deprimente per cui “Al peggio non c’è mai fine”? Ebbene, in effetti il fondo del pozzo sembra essere lungi dal poter esser toccato. Il vampirismo del cinema sfocia nell’ultimissima novità messa in campo dal cosiddetto panorama indipendente che, purtroppo, sembra andare a braccetto con le produzioni italiane.

Parliamo della richiesta di pagamento per PARTECIPARE ad uno stage su di un set cinematografico del film Mechanismo di Louis Nero. Considerando che la vergognosa Legge Biagi ha marchiato un’intera generazione con l’infamia del precariato, lo stage o tirocinio dovrebbe essere un percorso di inserimento professionale durante il periodo accademico o altresì di studi. Possibilmente sorretto da un rimborso spese che solleva la risorsa umana da costi e oneri accessori. Non qualsiasi altra cosa vi possa venire in mente.

La verità è che ormai la parola FREE o GRATIS hanno preso il sopravvento e la scusa della crisi fa ridere a crepapelle, ma allo stesso tempo è una tesi avvalorata dall’incremento delle facce di Nosferatu che continuano la loro marcia imperterrita. E allora nessun terremoto per una richiesta del genere? In realtà l’associazione di categoria si è scagliata contro la produzione, riprendendo le parole de Il Manifesto che ironizzava sulla questione, salvo poi adeguare i toni in seguito alle dichiarazioni di alcuni dei protagonisti della vicenda che si dissociavano fermamente dall’iniziativa.

mediaMa ormai il danno è fatto, “ci hanno provato…gli è andata male”, tutto finirà nella solita fanfaronata all’italiana, ma sicuramente è stato costituito un precedente pericolosissimo, almeno a livello concettuale e, perchè no, anche legale: inaccettabile far pagare una giovane leva per dare il via ad una carriera. Doppio scandalo se inserita in un mondo così abulico che la vergogna è sinonimo di furbizia, che è sinonimo di intelligenza, che è sinonimo di onestà. Tutto il contrario, cari i miei benpensanti…siamo alla frutta e non quella sana e salutare da mangiare ad ogni pasto, no, parlo di quella a conclusione di una portata indigesta che affligge l’intestino del nostro sistema produttivo.

Sapete però qual’è la cosa più fastidiosa in assoluto? Non solo la mente che ha ideato e fatto circolare la proposta, quasi fosse una moda diffusa, ma il fatto che alcune testate, specialmente dedicate alla comunicazione online, abbiano riportato la notizia in maniera intonsa, quasi celebrativa, senza censurare una proposta francamente villana sotto ogni punto di vista. Il giornalismo che si accoda allo squallore informativo generale, questo è ancora più grave. Ne prendiamo atto, amaramente, con la volontà di voltare pagina prima possibile…

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