Final Girl: Missing in Italy


ABIGAIL BRESLIN SI TRASFORMA, DA PREDA A CACCIATORE

final girlGENERE: thriller, azione

DURATA: 90 minuti

VOTO: 3 su 5

Nel gergo del genere horror, o nella sua accezione più tipicamente slasher, si indica con il termine “final girl” colei che, appunto, riesce a sopravvivere fino alla fine al villain di turno. Insomma, per intenderci, la Sidney Prescott dello Scream di Wes Craven. A tal retaggio culturale fa così riferimento la Final Girl protagonista dell’omonima pellicola, opera che segna il debutto alla regia di Tyler Shields, sulla sceneggiatura di Adam Prince. L’operazione che però la storia, tratta dal racconto di Stephen Scarlata, tenta nobilmente di fare è quella di un totale quanto arguto rovesciamento.

La protagonista è la giovanissima Veronica, timida e solitaria “nuova arrivata” della classe. Ogni notte, quattro ragazzi scelgono un’altrettanto giovane e bionda ragazza, attirandola con l’inganno in un appuntamento nella foresta. Qui parte il loro macabro “gioco”, che consiste nel cacciare la vittima, in fuga tra i boschi, ed infine ucciderla. Una notte trovano proprio in Veronica la prescelta designata. Quello che non sanno, però, è che la “final girl” è in realtà una provetta assassina, armata e più che pronta a difendersi, la quale ha scelto di ucciderli per il proprio test finale.

Nella parte principale troviamo Abigail Breslin, la pluri-acclamata e mai dimenticata Little Miss Sunshine. Non citiamo a caso il memorabile esordio, poiché proprio pensando al volto angelico e tenero della bambina che ha piacevolmente divertito pubblico e critica a suo tempo, non si può che trovare un’ironica connessione con il personaggio di Veronica, la quale usa proprio il suo rassicurante, fanciullesco quanto innocuo aspetto per “raggirare” i quattro perversi ragazzi, trasformandoli da cacciatori a prede.

Ad istruire e, successivamente, infiltrare la ragazza ci pensa Wes Bentley, star della popolare saga cinematografica The Hunger Games e apparso di recente al fianco di Matthew McConaughey nell’Interstellar di Christopher Nolan. Il resto del cast vede giovani attori in ascesa interpretare ruoli prefissati, dalla “mente” all’ “hipster”, dal cosiddetto “pezzo grosso” al “donnaiolo”.  Ci limitiamo a citare Alexander Ludwig (come “mastermind”), anche lui proveniente dagli Hunger Games, e Cameron Bright (X-Men: Conflitto finale, The Twilight Saga). Alla regia, come detto, troviamo Tyler Shields, che prima di cimentarsi dietro la macchina da presa, è innanzitutto un prolifico e noto fotografo.

Oltre al genere horror, la suddivisione per “categorie” che caratterizza il gruppo degli adolescenti protagonisti, può ricordare molto il celebre cult The Breakfast Club di John Hughes. Ed è un po’ ad una certa cinematografia da teen movie che Final Girl vuole strizzare l’altro occhio rimastogli, almeno in fase di presentazione, prima del suo bizzarro capovolgimento. Collante di tali parametri, infatti, il “gioco” macabro e violento condotto dai quattro ragazzi, di kubrickiana memoria (Arancia Meccanica) ma non solo (Funny Games di Michael Haneke). Allo stesso modo, la missione quasi “sotto copertura” della finta innocua Veronica, addestrata ad hoc, non può non far pensare all’indimenticabile Slevin – Patto criminale di Paul McGuigan. Tra minuzie tecniche e cinefili rimandi, il film di Shields si delinea così come un curioso esperimento che intrattiene e diverte, senza troppi fronzoli e colpendo nei punti giusti.

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