Ninotchka di Ernst Lubitsch


NINOTCHKA, COMMEDIA ROMANTICA CON GRETA GARBO E MELVYN DOUGLAS

Greta Garbo“La Garbo ride!”. Per cercare di pubblicizzare il più possibile la prima commedia romantica della diva, la Metro Goldwyn Mayer promuove la sua fragorosa risata a metà del film come un evento unico e senza precedenti. In realtà Greta Garbo aveva già riso sul grande schermo, soprattutto nel 1933 nel ruolo de La regina Cristina, ma il pubblico aveva ormai imparato a conoscerla soprattutto nei ruoli di donna perduta o eroina tragica.

Alla fine degli anni Trenta la MGM vuole cambiare questa immmagine dell’attrice per rilanciare la sua carriera in declino e Ninotchka si presenta come la soluzione perfetta. Il film vanta infatti una sceneggiatura dai tempi comici impeccabili scritta da Billy Wilder, Charles Brackett e Walter Reisch, basata sul soggetto dello scrittore ungherese Melchior Lengyel. Dietro alla macchina da presa viene convocato poi Ernst Lubitsch, che proprio nel 1939 aveva cominciato a lavorare per la casa di produzione: il regista instaura da subito un ottimo rapporto con la Garbo e entrambi si ripremettono di tornare a lavorare insieme. Purtroppo però, Ninotchka resta la loro prima e ultima collaborazione.

La storia è ambientata a Parigi negli anni precedenti alla Seconda Guerra Mondiale. Tre agenti sovietici, Iranoff, Bulianoff e Kopalski, si recano nella capitale francese per rivendere alcuni gioielli confiscati durante la Rivoluzione russa, ma il conte Leon riesce con facilità a distrarli dal loro dovere. Il conte è infatti l’amante della granduchessa russa Swana che, fuggita dalla rivoluzione in Francia, spera di tornare in possesso delle sue gioie corropendo i tre funzionari. Il governo russo, insospettito, manda Ninotchka, il suo più integerrimo ispettore, a supervisionare la faccenda.

La pellicola è una delle prime a dipingere negativamente il clima di rigore e severità che Stalin impone all’Unione Sovietica, benchè mascheri ogni critica sotto brillanti battute e molta ironia (basti pensare che Stalin è impersonato dall’attore Bela Lugosi, icona dei film horror e personaggio malvagio per eccellenza). Soprattutto in contrasto con la sofisticata vita mondana di Parigi però, lo stile di vita spartano dell’est europeo appare estremamente povero e infelice: per questo la programmazione del film viene vietata in Russia e in tutti gli stati satelliti dell’URSS.

L’inconveniente non diminuisce il successo di Ninotchka nel resto del mondo e gli incassi ripagano ampiamente la MGM dell’investimento.La casa di produzione è talmente sicura di aver trovato la strada giusta per rilanciare la Garbo che due anni dopo ripropone la stessa formula con Non tradirmi con me: una commedia romantica diretta da George Cukor che vede di nuovo la protagonista affiancata da Melvyn Douglas. Il film si rivela però un tale fallimento di critica e che Greta Garbo lo considera la pietra tombale della propria carriera.

A soli 36 anni, dopo aver lavorato in ventotto film, dal 1941 Greta Garbo sparisce dalle scene. Il suo ultimo successo permette però al pubblico di ricordarla nel suo primo ruolo brillante da commedia, mentre ride di cuore in un bar di Parigi.

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