Sense8: First look


SU NETFLIX SENSE8, L’ATTESA SERIE TV DEI FRATELLI WACHOVSKI

sense8 posterComplesso ma buono sull’impatto visivo, Sense8 (gioco di parole tra sense e l’inglese otto, eight) è difficile da comprendere alla sola visione del pilot. La prima stagione è stata rilasciata da Netflix il 5 giugno ed è composta da 12 episodi, che si vedono uno dietro l’altro. La scena iniziale è molto forte: una donna, ex membro dei magici 8 sensate, (Daryl Hannah) si suicida in circostanze drammatiche. La sua morte collegherà tra loro in modo indissolubile otto sconosciuti da diverse parti del mondo, che iniziano a sviluppare improvvisamente una reciproca connessione telepatica. Appartenenti a diverse culture, religioni e orientamenti sessuali, scoprono quindi di essere appunto dei sensate, persone con un avanzato livello di empatia che hanno sviluppato una profonda connessione psichica con un ristretto gruppo di loro simili. La scoperta delle loro percezioni e il loro conseguente sviluppo avviene in maniera graduale. Nello stesso momento, entra in scena un’altra enigmatica figura, Whispers, che dà loro la caccia, sfruttando la loro stessa abilità, allo scopo di catturarli o ucciderli.

Sense8 è la prima esperienza televisiva per i creatori della saga cult fantascientifica Matrix, i fratelli Wachowski Andy e Larry, ora diventato Lana circa sei anni fa, che per l’occasione hanno richiesto la consulenza di J. Michael Straczynski, autore di Babylon 5, per creare una serie innovativa sull’empatia umana seguendo la scia di Matrix. Il pilot dalla durata di 66 minuti ha fatto sì che la prima stagione, inizialmente pensata per 10 episodi, venisse estesa a 12. Oltre ad essere una serie molto complessa che tocca diversi temi, Sense8 è un progetto multietnico e internazionale, girato in vari posti del mondo, gli stessi poi delle ambientazioni delle otto storie: Chicago, Mumbay, Londra, Città del Messico, San Francisco, Nairobi, Berlino e Seoul, oltre che a Reykjavik.

Chi sono gli otto protagonisti? Conosciamo Will Gorski (Brian J. Smith), un poliziotto di Chicago ossessionato da un delitto irrisolto; ci spostiamo a Città del Messico dove c’è Lito Rodriguez (Miguel Ángel Silvestre), un attore messicano che cerca di nascondere la propria omosessualità; poi Riley Blue (Tuppence Middleton), una bravissima quanto annoiata DJ islandese che vive a Londra e sogna l’America; a Berlino c’è Wolfgang Bogdanow (Max Riemelt), criminale segnato da un cattivo rapporto con il padre appena deceduto; Kala Dandekar (Tina Desai), una farmacista di Mumbai, che sta per sposare un uomo che non ama; Nomi Marks (Jamie Clayton), una donna trans residente a San Francisco, dove è attiva come hacktivist (per il personaggio, Lana Wachowski si è ispirata alla sua stessa esperienza); Sun Bak (Bae Du-na), figlia di un importante magnate di Seoul, che nel tempo libero è campionessa di kickboxing clandestino; e infine Capheus Van Damme (Aml Ameen), un autista di Nairobi alla ricerca di soldi per aiutare il fratello malato di AIDS.

La serie Sense8 ripercorre un po’ la cinematografia dei Wachowski: a tratti ricorda Cloud Atlas, tra storie parallele e qualche flashback sparso, ma tuttavia in modo più leggero; ci ricorda l’ultimo film, Jupiter Ascending – Il destino dell’Universo per la complessità dei mondi, e infine ci sono rimandi a due telefilm, Lost e Touch, per il tema della connessione empatica tra più persone diverse del pianeta. A differenza dei loro citati lavori, i Wachovski hanno deciso di optare per storie più semplici e umane: otto personaggi che raccontano molto di sé, tra amore, problemi razziali, orientamenti sessuali, a volte anche senza dir nulla, e che riescono ad emozionare solamente con lo sguardo. Netflix continua a trasmettere un altro gioiellino televisivo che sicuramente diventerà un cult in breve tempo.

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.