The Family Man : La seconda chance di Nicolas Cage


THE FAMILY MAN, IL BLOCKBUSTER SULLE ORME DI FRANK CAPRA

Sono davanti a me stesso. Stanco, seduto su una poltrona mi rivedo in un filmino amatoriale cantare una canzone d’amore, dichiararmi ad una donna che non vedevo da 13 anni. Attorno a noi ci sono gli amici di una vita, amici che non conosco. Sono felice in quel video, sono innamorato. Eppure questa non è la mia vita, nella mia vita credevo di avere tutto. Sapevo di averlo. Ero realizzato, nel lusso di quell’attico, tra il sesso occasionale e le migliaia di dollari in vestiti tra cui potevo scegliere al mattino. Adorato al lavoro, cinico e sprezzante, mi sentivo una persona migliore, mi sentivo importante. Adesso tutto ciò che possiedo è la confusione di una famiglia, una monovolume, un cane che sbava e un lavoro in una dignitosa azienda. Ciò che però forse adesso non vedo è quanto quella confusione mi dia calore, quanto quella non così importante azienda mi dia soddisfazione, quanto ciò che ho costruito in quei 13 anni che non ho mai vissuto mi abbia portato a tutto questo. Ad aver la vita che non ho mai desiderato ma che adesso ho l’opportunità di vedere e che non voglio lasciare, addormentandomi per l’ultima volta su questa poltrona

Jack Campbell (Nicolas Cage) è ricco, scapolo e felice. Può aver praticamente tutto ciò che vuole. Vive in un lussuoso appartamento di Wall Street, ha una Ferrari, donne e un grande carisma sul lavoro. Fare ciò per cui lo pagano è la sua unica famiglia. E’ la vigilia di Natale e lui non perde tempo per ricordare ai suoi collaboratori che non ci sarà Natale finchè l’affare che porterà una valanga di soldi non sarà concluso. Tutto non sarebbe così se 13 anni prima non avesse deciso di andare a Londra per lavorarvi un anno e allontanarsi così dalla sua ragazza di allora, Kate (Téa Leoni).

La sera della vigilia si ritroverà coinvolto in un tentativo di rapina e deciderà d’intervenire. Cash (Don Cheadle), è il rapinatore che con improvvisa educazione accetterà l’offerta risolutrice di Jack. Incuriosito da quell’uomo Jack cercherà di convincerlo a cambiare vita, affermando che nella sua, non c’è niente che non vada.

Quella notte però qualcosa che non va come previsto in realtà c’è e la mattina di Natale Jack si ritroverà al letto con un cane, dei figli e una moglie, Kate, la sua vecchia fidanzata. Lo shock è grande ma ciò non significherà la fine, forse solo l’inizio di una lunga rflessione sulla sua vita apparentemente perfetta.

The Family Man è il classico blockbuster natalizio, con sentimenti conditi in stile americano e con una blanda quanto bonaria riflessione sulla mancanza di valori. Una pellicola che celebra la famiglia senza pretese moralizzatrici. Difatti più che riflessivo l’intento è quello d’intrattenimento e di gioco sulla realtà. Tutti noi ci siamo trovati e ci ritroveremo davanti a un scelta importante nella nostra vita. Davanti a un bivio che influenzerà tutta la nostra esistenza da quel momento in poi. E il film diretto da Brett Ratner ci gioca, utilizzando il paranormale e attraverso un velato elemento religioso che mai dichiara apertamente. Ricordando, sia per atmosfera che per dinamica, una versione ridotta e ispirata al più famoso Canto di Natale.

Guardando The Family Man non si può non pensare per un attimo al magnifico capolavoro di Frank Capra,  La vita è Meravigliosa. Per alcuni ma fondamentali elementi in comune, la somiglianza è forte. L’angelo o l’entità che dà l’opportunità a Jack di poter dare un’occhiata alla vita che non ha scelto e poter così riflettere sulla sua, è simile a quella che dà Clarence Oldbody a James Stewart nel capolavoro degli anni ’40, angelo custode del protagonista.

Con un Nicolas Cage in uno dei suoi ruoli più amati e una Téa Leoni più che convincente, The Family Man è un buon film, non eccezionale o particolarmente degno di grandi valenze artistiche ma estremamente fortunato. La fortuna di essere stato uno di quei film natalizi e non, che rimarranno ricordo d’ infanzia di un’intera generazione come film godibile sui buoni sentimenti, senza per questo risultare smielato o tedioso ma accattivante e divertente.

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