Freeheld: recensione film

FREEHELD: AMORE E GIUSTIZIA PER LA PARITA’ DEI DIRITTI GAY

freeheld posterGENERE: drammatico
DURATA: 103 minuti
USCITA IN SALA: 5 novembre 2015
VOTO: 3,5 su 5

Trasposizione cinematografica dell’ominimo cortometraggio documentario vincitore dell’Oscar e adattato dallo sceneggiatore di Philadelphia, Freeheld racconta la vera storia d’amore di Laurel Hester (Julianne Moore) e di Stacie Andree (Ellen Page), nella loro battaglia che condussero per ottenere giustizia. Quando alla pluridecorata detective del New Jersey Laurel viene diagnosticato un cancro, decide di assicurarsi che la sua sudata pensione vada alla sua compagna Stacie. Ma i funzionari della Contea di Ocean (Ocean County – New Jersey), detti Freeholders, non le riconoscono questo diritto. Il Detective Dane Wells (Michael Shannon) e l’attivista per i diritti civili Steven Goldstein (Steve Carell) si uniscono a Laurel e Stacie coinvolgendo altri agenti di polizia e la comunità a sostegno della loro lotta per l’uguaglianza.

Ammettiamolo: Freeheld, diretto da Peter Sollett, non brilla in originalità, ma tuttavia non si può negare il fatto che sia una commovente e toccante storia d’amore e di giustizia. Complice un cast principale con una chimica perfetta: Julianne Moore ormai, dopo Still Alice, riesce a calzare i panni di una donna forte che nonostante la malattia non si abbatte mai (forse seconda nomination agli Oscar per lei?) ed Ellen Page, piccola ma determinata, dà grande prova di sé; silenzioso ma possente Michael Shannon che pur avendo poche battute, è sempre presente nella scena a sostegno di Julianne Moore-Laurel. Menzione d’onore a Steve Carell nel ruolo di un personaggio divertente, ironico e frizzante, che tuttavia rappresenta il grande motore del film.

In Freeheld la love story tra Laurel e Stacie non appare molto fisicamente, non ci sono neanche scene troppo spinte, ma piuttosto il grande amore che le lega si vede attraverso il contatto, i piccoli gesti e le parole sussurrate. Il film potrebbe essere diviso in due parti: nella prima vengono messi in scena i sentimenti: l’incontro tra le due donne, l’innamoramento, la voglia di costruirsi una casa, una famiglia, e poi la scoperta della malattia di Laurel. Nella seconda parte, c’è tutta la mozione giudiziaria e la lotta di Laurel e Stacie contro i funzionari della Contea che respingono la richiesta, le diverse assemblea e la comunità LGTB (e non solo) che si mobilita per sostenerle e supportarle.

Personaggi contrapposti ma complementari sono Laurel e Steven: la prima vuole solo giustizia ed uguaglianza per le coppie gay, il secondo si spinge più in là e combatte per i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Un tema difficile e attuale, quello del riconoscimento della parità dei diritti gay, portato sullo schermo in modo sincero senza troppe pretese.

About Verdiana Paolucci 542 Articoli
Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.