Suicide Club: L’alternativa è il J-Horror

SUICIDE CLUB DI SION SONO E’ LA SCELTA GIUSTA PER UN HORROR DIVERSO E GIOIOSAMENTE INQUIETANTE

suicide clubAl mio tre, felici e sicure, ci getteremo nel vuoto sopra il binario di questro treno sotterraneo. Perchè saremo prive di dolore e avremo di nuovo trovato il legame con noi stesse dopo che la nostra esistenza sarà finita. Dopo che il dolore della nostra vita verrà spazzato via dalle pesanti e veloci rotaie che schiacceranno il nostro cranio lasciando sui passanti sangue e incredulità. Una rossa ondata che travolgerà tutto il Giappone e che non ci lascerà come unico e isolato caso di morte voluta.

Il 26 Maggio alla Stazione di Shinjuku è successo un fatto di cronaca dei più gravi e agghiaccianti. Cinquantaquattro liceali si sono uccise tutte insieme, tenendosi per mano e buttandosi sotto il treno in corsa della metro. Dopo lo sgomento iniziale, mille sono le domande che attanagliano il Detective Kuroda e il detective Murata. Un gesto così insensato lo si può semplicemente definire suicidio? o forse si tratta di omicidio? come si può classificare una tragedia così assurda? Ciò che però preoccupa di più le forze dell’ordine è che questa tragedia è solo l’inizio di un’isterica epidemia mortale che sembra colpire la città. Molti cominceranno infatti a suicidarsi senza motivo e mentre la hit di un gruppo di pre-adolescenti sembra conquistare l’intera città, inquietanti indizi si palesano di fronte agli investigatori.

Qualcosa di molto strano succede a Tokyo e il grottesco ne farà da padrone.

Sion Sono è un regista, attore e autore giapponese e con Suicide Club si rivela maestro del J-Horror (Horror di provenienza nipponica ndr.). Questo horror è infatti ottimo esempio del genere, per l’elemento sociale e psicologico protagonista. Il film infatti non vuole solo incutere timore e inquietudine allo spettatore, vuole indurlo comunque ad una riflessione. Il pubblico a cui si rivolge Sono, prima di quello mondiale, è infatti quello giapponese, un popolo sovrastato dalla tecnologia con evidenti problemi a comunicare realmente. Non a caso infatti il male oscuro nel suo film si dipana attraverso il web. E sembra che solo attraverso la condivisione della morte, i giovani sono realmente uniti e felici.

Primo capitolo della trilogia sull’alienazione che vive il suo paese, Suicide Club è un horror diverso da tutti quelli a cui vi ha abituato la cinematografia hollywoodiana. Con Suicide Club non si salta sulla poltrona per lo spavento, ma l’angosciante racconto vi appassionerà, aiutato anche dal forte elemento thriller.

Il film di Sion Sono è sicuramente un esempio di horror intelligente e di raffinata realizzazione. Ciò che più inquieterà lo spettatore sarà scoprire i molti  significati nascosti, come solo Kubrick ha sempre raccontato. Il terrore è infatti celato dietro quegli elementi apparentemente divertenti o solari che la rendono un’opera non solo terrificante o splatter, ma un vero racconto permeato di angosciante ambiguità. Un’opera che sfrutta un determinato disagio sociale e ne fa brillante motivo di ambientazione horror per far riflettere oltre che angosciare lo spettatore.

Lo stile di Sono è a tratti grottesco e con semplicità riesce ad essere spiazzante. Uscito nel 2002, Suicide Club sarà sicuramente la scelta giusta se vorrete ampliare i vostri orizzonti horror con la scusa della notte del Dolcetto o Scherzetto.

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