CineTour: la Mafia a Hollywood

CASINO, Robert De Niro, Joe Pesci, 1995, in the casino

LAS VEGAS, CASINO E SCORSESE: IN GIRO PER LE MOB-STREETS

casinoIl film nella location, la location nel film. Quale luogo migliore del Mob Museum (letteralmente tradotto come “Museo della Mafia”) di Las Vegas per una serata dedicata al dietro le quinte del film “Casino”? Come sapranno  gli appassionati, la storia portata sul grande schermo da Scorsese è reale, un flashback che trasporta lo spettatore in quegli anni Settanta che hanno reso la Sin City la cornice ideale per la criminalità organizzata.

Ed è proprio a questo aspetto “vero” del film del 1995 che lo staff del Mob Museum di Las Vegas ha deciso di dedicare la serata dello scorso 7 novembre, senza far mancare ospiti d’eccezione. Tra i personaggi più attesi della kermesse senza dubbio Oscar Goodman, ex sindaco di Las Vegas e legale di Franky “Lefty” Rosenthal, colui che ha ispirato il personaggio interpretato da Robert De Niro.

Goodman ha parlato non solo dell’esperienza come legale di “Lefty”, raccontando quanto la città in quel preciso momento storico fosse differente da qualsiasi altra parte del mondo in materia di rapporto tra criminalità e gioco d’azzardo, ma anche della propria avventura come attore. Martin Scorsese l’ha voluto infatti davanti alle camera da presa ad recitare nel ruolo di sè stesso:  “la fase delle riprese è stata avvincente, – ha dichiarato – e ricordo con piacere quando mi è stato chiesto di comportarmi come se fossi stato davanti al giudice in un processo reale”.

Le stesse parole sono state utilizzate da Gwen Castaldi, la giornalista che ha seguito le numerose vicende legate alla mafia a Las Vegas negli anni ’70 e che in “Casino” interpreta sé stessa durante la scena dell’intervista a Sam. “Avendo avuto l’opportunità di intervistare Franky Rosenthal dal vivo, ho trovato interessante notare come De Niro mi chiedesse informazioni sul soggetto che stave impersonando, dal colore degli occhi alle espressioni del volto, per poter essere simile a lui nel maggior modo possibile”. 

Accattivante anche il contributo di Jeffrey Silver, che proprio in quell difficile periodo era membro del Las Vegas Office for the Nevada State Gaming Control Board, l’organizzazione che si occupa del monitoraggio del gioco d’azzardo in Nevada. “Nessuno si fidava di nessuno in quel momento, – ricorda – il nostro Gaming Control Board aveva difficoltà ad avere rapporticon l’FBI e l’FBI stesso aveva sospetti sui propri collaboratori.” Una situazione complessa confermata anche Deborah Richard, che ha descritto le difficoltà incontrate nell’indagare, come membro dell’FBI, le organizzazioni mafiose di origine italiana che in quegli anni stavano svolgendo crimini negli Stati Uniti.

oscar goodman casinogangstersincDivertente, infine, l’intervento tenuto dall’agente speciale dell’FBI Marc Kaspar, che ha intrattenuto il pubblico del Mob Museum con la narrazione dell’arresto, vissuto in prima persona, di Tony Spilotro (nel film Nicky Santoro, interpretato da Joe Pesci). “Ha chiesto di essere arrestato ‘con stilè,  – ha spiegato –  quando sono arrivato nella sua abitazione comunicandogli del mandato, ha chiesto di poter andare in camera a mettersi un completo elegante, e gli ho accordato il permesso”.

Ma tra protagonist veri, reali e premi vinti come i Golden Globes (ricordiamo quello a Scorsese come Best Director e a Sharon Stone come migliore attrice protagonista, nominata poi all’Oscar per lo stesso ruolo), non possiamo non citare il tema del viaggio. Perchè a Las Vegas più che mai, il turismo è il motore che fa vivere ogni cosa. Ed è questo uno degli aspetti più apprezzati dagli ospiti della serata. A partire da Goodman che ha definito la pellicola un “plus” per la città, uno strumento che ha aiutato a portare l’immagine della stessa in giro per il mondo.

Concetto sottolineato anche da Gwen Castaldi, che ha aperto il proprio discorso dichiarando quanto ancora sia felice del fatto che “Casino” sia stato girato nella Las Vegas “reale”, portando in primo piano le attività locali, nonchè i volti e le abitazioni delle persone che la abitano, senza dover ricorrere ad un riproduzione in uno studio di Los Angeles. Perchè sappiamo bene quanto l’immagine di un luogo possa essere influenzata dalla macchina da presa, a maggior ragione quando si parla della Sin City, ossia di quella città che Robert De Niro nei panni di “Lefty” definisce come “un lavaggio machine della moralità”.

About Marta Soligo 10 Articoli
Sta svolgendo un dottorato di ricerca presso University of Nevada Las Vegas. Cultore della Materia in Cultural Studies all'Università di Bergamo, collabora anche con Lecco-Lombardia Film Commission e l'hub creativo Mediars