How To Let Go Of The World: un film di Josh Fox

IL NUOVO DOCUMENTARIO DEL REGISTA STATUNITENSE AL SUNDANCE

how to let go posterIn realtà il titolo intero del lungometraggio, della durata di 125 minuti, sarebbe How To Let Go Of The World And Love All The Things Climate Can’t Change. Un titolo che può apparire eccessivamente verboso ai più se non antiquato (basti pensare ai film della Wertmüller degli anni ’80), ma che nasconde in fondo un significato semplicissimo. Dopo la nomination all’Oscar per Gasland  (2010) il regista Josh Fox, ritorna così prepotentemente sul tema ambientale, con una storia se possibile ancor di più ampio respiro.

How To Let Go Of The World mira infatti ad indagare sulla gravosità che circonda i cambiamenti climatici del nostro pianeta, visti come la più grande minaccia che il mondo abbia mai conosciuto. Lo fa viaggiando per 12 paesi e 6 continenti, la pellicola riconosce che potrebbe essere troppo tardi per alcune delle peggiori conseguenze previste, chiedendo però cosa la natura non può distruggere? Che cosa è così profondo ed intimo per ognuno di noi che nessuna calamità può togliere?

Il film è stato presentato al Sundance Film Festival di quest’anno, e nei prossimi mesi sarà mandato in onda anche sulla nota rete via cavo americana HBO. Network che con Josh Fox ha già collaborato in passato, producendogli il “seguito” dell’acclamata prima opera, ovvero Gasland Part II. Promozione che non finisce qui, visto che come già successo con Gasland, il regista sta portando la sua pellicola in lungo e largo per gli Stati Uniti, tanto che è possibile ordinarne una proiezione direttamente sul sito ufficiale.

In Gasland Josh Fox denunciava la pericolosità del fracking (metodo di estrazione di una particolare varietà di gag naturale) soffermandosi, ovviamente, sui disagi provocati all’ambiente e agli abitanti delle località rurali in cui viene praticato, attraverso le testimonianze dirette delle vittime. La nomination all’Oscar è stata solo la conferma del clamore che ha circondato la pellicola, che ha avuto il merito di aprire gli occhi al mondo su di una realtà così poco conosciuta, tanto da ispirare Matt Damon e il collega Gus Van Sant e il loro Promised Land (2010). How To Let Go Of The World  sembra così rimarcarne lo stile: c’è il documentario, c’è la denuncia e c’è il viaggio. Stavolta però tutto è più “in grande”, sia geograficamente sia nella tematica principale, delineando un progetto sì ambizioso ma realizzato con una maggiore consapevolezza artistica e poetica e perciò ancor più intrigante.

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