Indivisibili: recensione

IL MALAFFARE DI CASTELVORTUNO, LE CREDENZE CHE SCADONO NEL FONDAMENTALISMO, UNA REALTÀ AL LIMITE DI CUI SONO VITTIME DUE GEMELLE SIAMESI CHE VORREBBERO SOLO VIVERE LE LORO VITE

indivisibili poster

GENERE: drammatico

DURATA: 100 minuti

USCITA IN SALA: 29 settembre 2016

VOTO: 4 su 5

Viola e Dasy sono due gemelle siamesi che cantano ai matrimoni e alle feste e, grazie a questo lavoro, mantengono tutta la famiglia. Le cose vanno bene fino a quando non scoprono che hanno la possibilità di dividersi. Una delle due in particolare sogna di avere la normale vita di un’adolescente, che sia viaggiare, ballare, bere vino senza che l’altra si ubriachi, uscire e fare l’amore con un ragazzo. E sarà pronta a tutto per realizzare questo desiderio a cui invece la famiglia è contraria.

Edoardo De Angelis porta al cinema Indivisibili, la storia di due gemelle siamesi, unite sul fianco, costrette a vivere secondo i dettami della famiglia, soprattutto quelli di un padre padrone improvvisato manager e autore di canzoni “tristi come lui”, che sperpera al gioco i soldi guadagnati dalle esibizioni delle figlie, mentre la madre si vizia con qualsivoglia attrezzo da cucina, senza mai usarlo, e si aliena dalla realtà con l’uso continuo di erba.

Alla base di tutto c’è l’indivisibilità delle due sorelle, che i genitori sostengono da sempre neanche fossero medici, pensando solo alle loro entrate più che alla vita delle due figlie. Perché Viola e Dasy crescono senza conoscere la vita, sotto una campana di vetro volta a preservare non tanto loro quanto il benessere che non le toccherà mai, in quanto i soldi guadagnati vengono divisi tra tutti ma non vanno mai a loro.

Le due ragazze crescono con la convinzione che la loro vita non possa migliorare, e che siano costrette per sempre ad essere unite l’una all’altra, finché un dottore non insiste per visitarle e comunica che sarebbero potute essere divise fin da piccole, crescendo come due bambine normali. Invece le due diventano star locali, che tutti desiderano toccare ne punto fisico della loro unione “perché porta bene”, e arrivano ad essere considerate due sante che hanno un dono del signore e che sono sostenute anche dal viscido prete del posto.

Amano Janis Joplin, ma sono costrette a cantare le canzoni scritte dal padre, dai testi e dalle musiche che parlano a volte di loro, altre di una quotidianità diffusa ma che non vivono. Ne è un esempio Drin Drin, canzone in cui si parla di messaggini e telefonate con ragazzi e amici, ma Viola e Dasy non hanno mai avuto né il cellulare né un fidanzato.

Una delle due ragazze in particolare vuole separarsi, proprio per poter vivere e far vivere alla sorella quella normalità che finora è stata loro preclusa. Non sostenute dalla famiglia, inizia la loro via crucis alla ricerca di soldi e di un modo per poter raggiungere la clinica per l’operazione, toccando stazioni che faranno loro scoprire la perdizione e il peccato, capendo cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ma il cerchio si chiude quando il padre le trova incoscienti sul lungomare, dopo essere scampate a una notte in acqua.

Devono tornare a posto, ed essere migliori di prima perché ora sono segnate dal peccato e devono redimersi. Così il padre le droga e taglia loro i palmi delle mani: “sono sporche, e tutti devono vedere che sono state perdonate”. Sfilano come due moderne madonne nell’ennesimo evento religioso, ma ormai la pressione è insostenibile, così come la loro infelicità, che le porta a compiere un gesto folle, ma a seguito di cui, finalmente, potranno intonare insieme una canzone di Janis.

Un applauso alle protagoniste di Indivisibili, le gemelle Marianna e Angela Fontana, bravissime interpreti di una triste realtà di periferia dalla quale emerge un fondamentalismo mentale che fa rabbia e paura. Nel cast anche Antonia Truppo nel ruolo della madre, vincitrice ai David come Miglior attrice non protagonista per Lo chiamavano Jeeg Robot. Avvolgente la regia di De Angelis, mentre la fotografia propone cromatie e luci che trasmettono la stessa tristezza che le ragazze provano, rendendo così ancora maggiore l’immedesimazione e la rabbia dello spettatore.

Chiaro infine il messaggio celato dietro la “divisibilità”: così come alle due, dopo tanto tempo e mille peripezie, è stato possibile separarsi, così anche questa terra malata può dividersi dalla criminalità che l’affligge. L’importante è non arrendersi e non perdere la speranza.

Indivisibili è stato presentato a Venezia 73, nella sezione Giornate degli Autori.

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