Il viaggio di Fanny: recensione

DOPO IL GIFFONI, IL VIAGGIO DI FANNY ARRIVA AL CINEMA NEL GIORNO DELLA MEMORIA IL FILM SULLA PERSECUZIONE DEI BAMBINI EBREI

Il viaggio di FannyGENERE: drammatico

DURATA: 94 minuti

USCITA IN SALA : 26 gennaio 2017

VOTO: 3,5 su 5

Il dramma delle persecuzioni razziali e della caccia agli ebrei dal punto di vista di un gruppo di bambini catapultati nell’orrore della vita.  È questa la realtà presentata con estrema delicateza dalla regista Lola Doillon nel film Il viaggio di Fanny.

La seconda guerra mondiale è ormai in corso e la Francia è ancora occupata dai tedeschi quando i genitori di Fanny (Léonie Souchaud), 12 anni decidono di mandare lei e le sue sorelline in un orfanotrofio francese per bambini ebrei. Qui ci sono altri loro coetanei e con loro, quando i rastrellamenti nazisti si intensificano, si danno alla fuga. Per raggiungere il confine svizzero intraprenderanno una vera e propria avventura attraverso i boschi e dovranno fare i conti con il freddo, la fame, l’odio dei nemici ma incontreranno anche persone disposte a proteggerli e ad aiutarli nella loro fuga verso la salvezza.

Una storia sull’infanzia negata e sull’orrore della guerra che ha portato questi bambini e tutti quello realmente coinvolti nele barbarie a crescere velocemnte e a dover fare i conti fin da subito con la crudeltà di cui sono capaci alcuni esseri umani.

Il dramma della guerra lo si percepisce nel film semplicemente dagli sguardi impauriti di piccoli protagonisti, senza il bisogno di mostrare scene di bombardamenti e di guerriglia. Gli attori che hanno interpretato i piccoli ebrei in fuga si sono rivelati molto bravi nei loro ruoli e molto convincenti nonostante il cruente tema affrontato.

Il film è basato sulla storia vera di Fanny Ben-Ami, che ha narrato la sua storia in un romanzo autobiografico. Dall’incontro fra la regista Doillon e Fanny, oggi ottantaseienne e residente a Tel Aviv, è nato questo film, un’occasione importante per narrare  un periodo della storia ai ragazzi più giovani ma anche uno strumento per trasmettere a tutti la memoria della Shoah.

Il viaggio di Fanny ha trionfato al Giffoni 2016 e rappresenta uno di quei film monito per non dimenticare, per riflettere sugli orrori del passato che non dovrebbero essere ripetuti nel presente ma purtroppo come le cronache attuali ci raccontano non è così.  

 

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