Brie Larson è Joy “Ma” Newsome

BRIE LARSON VINCE IL SUO PRIMO OSCAR PER LA TOCCANTE PERFORMANCE NEL FILM DRAMMATICO ROOM

room posterLa vita della giovane Joy “Ma” Newsome, interpretata da una straordinaria Brie Larson nel film drammatico Room di Lenny Abrahamson, è molto diversa da quella delle sue coetanee. Rapita da uno sconosciuto mentre stava andando al liceo, la ragazza ha trascorso gli ultimi sette anni rinchiusa fra le pareti di una minuscola stanza, costretta a subire le violenze del suo aguzzino. Il suo unico conforto è diventato il figlio Jack a cui ha sempre fatto credere che lo spazio ristretto in cui sono confinati sia il mondo intero.

Il film è basato sul best seller Stanza, letto, armadio, specchio scritto da Emma Donoghue nel 2010, che a sua volta si ispira a un vero episodio di cronaca nera avvenuto nella cittadina austriaca di Amstetten. La storia inizia il giorno del quinto compleanno di Jack (Jacob Tremblay) quando la madre promette di preparargli una bella torta. Tuttavia, gli sforzi della ragazza per proteggere il bambino dalla realtà vengono messi a dura prova dall’insistente curiosità di quest’ultimo.

Messa alle strette, Joy decide di raccontare a Jack la verità, confessandogli che esiste tutto un mondo al di là della stanza. In un primo momento il bambino si arrabbia, rifiutandosi di crederle, ma mano a mano che quella nuova scoperta si fa strana nella sua mente, diviene sempre più ansioso di apprendere ciò che non conosce. Preoccupata per la propria sorte, e soprattutto per quella di suo figlio, Joy escogita un piano: Jack dovrà fingere di stare male, così Old Nick (Sean Bridgers) dovrà portarlo al pronto soccorso. Ma dopo aver dato un’occhiata al bambino, l’uomo liquida la faccenda, asserendo che l’indomani gli porterà delle medicine. Non sapendo cos’altro architettare, la donna insegna al bambino a fingersi morto e cerca di spiegargli come dovrà comportarsi una volta che sarà fuori. Quando Old Nick giunge con le medicine, Joy mette in atto il suo stratagemma, lasciando per la prima volta il figlio da solo, con la speranza che sappia cavarsela e che riesca a salvarsi e a chiedere aiuto. Per una fortunata circostanza, il piano della donna funziona e presto la polizia riesce a trovare il capanno dov’è tenuta prigioniera.

Ogni cosa sembra tornare al suo posto. Joy riabbraccia i suoi genitori, anche se è costretta a scontrarsi con la freddezza del padre, che pare restio ad accettare il piccolo Jack. Madre e figlio vengono riportati a casa, ma entrambi hanno grosse difficoltà ad ambientarsi. Joy pare non riconoscere più il mondo famigliare a cui è stata strappata sette anni prima e una sera, dopo aver rilasciato un’intervista per un canale televisivo, tenta il suicidio. Sarà proprio il bambino a trovarla, agonizzante. Soccorsa dai paramedici riesce a salvarsi, ma ha di fronte a sé un lungo periodo di convalescenza. Nel frattempo Jack comincia lentamente a prendere confidenza con la nonna materna e con il mondo che lo circonda. Nell’ultima toccante scena, sarà proprio lui a insistere per tornare a vedere la vecchia stanza, dove saluterà i vari oggetti con cui aveva giocato nei suoi primi cinque anni di vita, finalmente pronto a cominciarne una nuova.

Forza, vulnerabilità, dolcezza, risolutezza e timore si fondono in maniera quasi perfetta nella recitazione di Brie Larson, che riesce a rendere al meglio i sentimenti che pervadono il suo personaggio. Grazie alla sua interpretazione l’attrice è stata premiata con un Oscar, un Golden Globe e un BAFTA come migliore attrice protagonista nel 2016.

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