Steno, l’arte di far ridere: la mostra a Roma

IN OCCASIONE DEL CENTENARIO, SI TIENE A ROMA, FINO AL 4 GIUGNO, LA MOSTRA SU STEFANO VANZINA, IN ARTE STENO: REGISTA TRA I PADRI DELLA COMMEDIA ALL’ITALIANA

 

steno 1Forse non tutti ricordano il suo nome, ma i suoi film sono impressi nella storia del nostro cinema e hanno regalato al pubblico risate indimenticabili: stiamo parlando di uno dei padri fondatori della commedia all’italiana, ovvero Stefano Vanzina in arte Steno. A lui, in occasione del centenario della nascita, è dedicata una mostra inaugurata l’11 aprile e visitabile fino al 4 giugno presso la Galleria Nazionale D’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dal titolo Steno, l’arte di far ridere. C’era una volta l’Italia di Steno. E c’è ancora.

La storia professionale e privata del grande regista è ripercorsa attraverso materiale inedito di famiglia fornito dai figli Enrico e Carlo Vanzina, con la collaborazione degli archivi Studio EL Cinecittà, Latitudine.

A dar corpo alla sua vita, narrata fin dall’infanzia, sono fotografie, cimeli, carteggi, testimonianze dei tanti attori con i quali ha lavorato: da Totò ad Aldo Fabrizi, da Alberto Sordi a Vittorio De Sica, dalla coppia Tognazzi-Vianello a quella Franchi-Ingrassia, da Renato Pozzetto a Diego Abatantuono, da Mariangela Melato a Monica Vitti, da Enrico Montesano a Gigi Proietti, tra i protagonisti dell’indimenticabile film cult Febbre da Cavallo. Ma soprattutto sono esposti materiali inediti e unici, come i video privati in 16 mm che mostrano scene della sua vita familiare.

La mostra è articolata in due sezioni. La prima parte ripercorre cronologicamente la sua storia dall’infanzia alla formazione, passando per il lavoro nelle riviste, in radio e nel teatro di avanspettacolo, fino a quello di sceneggiatore e di regista. La seconda, invece, affronta determinati argomenti legati alla figura di Steno come ad esempio i rapporti con la censura, i sodalizi con attori e collaboratori, la famiglia e l’attività di scrittore. In questo senso, quindi, la filmografia di Steno viene affrontata senza tralasciare il periodo storico, sociale e culturale in cui il regista ha operato.

Il tutto segue, come asserito dai curatori Marco Dionisi e Nevio De Pascalis, l’impostazione del suo Diario futile, un quaderno da considerarsi una vera e proprio opera d’arte pop in cui Steno incollava ritagli di giornale, vignette, appunti e foto dei collaboratori, che trova posto anche nell’esposizione romana e che si affianca al diario personale intitolato Sotto le stelle del ’44. Un cimelio unico, mostrato al pubblico per la prima volta, che negli ha trovato notevoli difficoltà nella pubblicazione a causa della sua particolare natura, che richiede, per essere ben proposto graficamente, non solo tanto lavoro, ma soprattutto costi elevati che finora nessuno ha voluto sostenere.

Steno, l’arte di far ridere è un’occasione unica per conoscere da vicino l’uomo e il regista, il padre e lo sceneggiatore.

 

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